L’arte tessile di ricavare il bozzolo per creare il filo di seta e poi tesserlo dando vita alla stoffa risale a duemila anni A.C. ad opera dei cinesi. Solo nel 1200 gli Arabi la introdussero in Europa e Genova fece sua la produzione di tessuti, in particolare i damaschi, i broccati ed i velluti. Ogni famiglia nobile, come i Lercari, i D’Oria od i Cicala aprì addirittura un suo ufficio di esportazione di tessuti in tutto il mondo, dove la seta genovese era apprezzata e ben nota.
Dal 1506 il Banco di San Giorgio sovvenzionò fortemente gli esercenti di questo tipo di lavorazione. Nacque una Corporazione di lavoranti che venne suddivisa nelle categorie dei Seatieri, , dei Cendarieri, dei Tessitori e dei Filatori d’oro e d’argento.La Repubblica intervenne perchè il patrimonio umano di abili tessitori non si trasferisse, ma ciò non impedì che parecchi di loro andassero a cercare fortuna chi in Emilia, chi in Piemonte , chi, addirittura presso la corte di Lucrezia Borgia , appassionatissima dell’articolo.La particolarità del pregio dei tessuti genovesi nacque senz’altro dagli influssi di colore che in quei secoli l’arte araba ma anche tutte le arti orientali trasferirono in quello che era diventato un vero e proprio Crocevia del Mondo. Dovette giungere la regressione economica del 1800 con Napoleone, facendo passare la fornitura di Genova da 10000 quintali di bozzoli annuali a qualche centinaio di quintali.
Mauro Salucci è nato a Genova. Laureato in Filosofia, sposato e padre di due figli. Apprezzato cultore di storia, collabora con diverse riviste e periodici. Inoltre è anche apprezzato conferenziere. Ha partecipato a diverse trasmissioni televisive di carattere storico. Annovera la pubblicazione di “Taccuino su Genova” (2016) e“Madre di Dio”(2017) . “Forti pulsioni” (2018) dedicato a Niccolò Paganini è del 2018 e l’ultima fatica riguarda i Sestieri di Genova.
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