Genova – La battaglia dei cittadini di Lungomare Canepa dura ormai da molti mesi, troppi. Prima un progetto scellerato iniziato con la precedente amministrazione, quella di Marco Doria. Poi lo stesso progetto portato a compimento dalla giunta attuale, con l’intermezzo dell’abbattimento di un muro alto due metri costruito tra la strada a scorrimento veloce e le case. Il tutto infarcito di insulti da parte di alcuni “concittadini” che spesso hanno apostrofato, sui social, gli abitanti di Lungomare con frasi sprezzanti.
Ultimamente sono sbucati anche i topi, usciti da uno scavo in piazza del Minolli, a fare da cornice a una situazione di distacco sociale tipico delle città che contrappongono il loro centro dirigenziale e le zone residenziali, alle periferie abbandonate a sé stesse.
Eppure a Genova sono piovuti una valanga di soldi con il Decreto Emergenze e forse un tentativo di accontentare i cittadini concedendo una galleria fonoassorbente poteva essere fatto. Non per concessione ma per ragionevolezza, visto che la grande strada che attraversa Sampierdarena è una vera e propria servitù. Superstrada che per traffico, rumore e smog non è equiparabile a nessun’altra strada genovese.
Riqualificare si può, e farlo bene è più semplice che usare la ruspa o il “tipico stucco e pittura” che dura il tempo di una tornata elettorale.
Di seguito il comunicato del Comitato Lungomare Canepa alle prese con una nuova ipotesi, discutibile, di demolizione di alcuni stabili, casualmente in concomitanza con l’inizio di una vertenza legale che gli abitanti stanno muovendo nei confronti del Comune.
#Genovameravigliosa avanti così!
“Quando parla il Sindaco della sesta città d’Italia, ciò che dice è da prendere molto sul serio. Perciò l’ipotesi di demolire alcuni palazzi di Lungomare Canepa è da ritenersi una concreta idea del primo cittadino di Genova.
E qui iniziamo a non capire.
Non capiamo, innanzittutto, perché questa intenzione venga prospettata mediaticamente, senza aver preventivamente esposto la drammatica ipotesi agli interessati.
È un dato di fatto che questa scelta ingeneri panico in una popolazione già profondamente oltraggiata da un progetto viabile devastante per l’intero quartiere.
Ben altro comportamento ci saremmo attesi da parte di un’amministrazione che, a più riprese, ha additato la condivisione con i cittadini quale cardine del proprio operato, e che perciò aveva promesso pubblicamente la realizzazione dei presidi urbanistici e archittetonici da noi richiesti: galleria fonoassorbente e una vera fascia di rispetto.
In secondo luogo non comprendiamo il motivo per cui la demolizione di “due o tre palazzi di Lungomare Canepa” possa costituire un’alternativa alla galleria fonoassorbente, poiché la problematica acustica colpisce tutti gli edifici del fronte mare e anche quelli, più interni, di via Sampierdarena.
Infine siamo abituati a pensare che le case vengano demolite da catastrofi naturali o da inderogabili motivazioni di pubblica necessità (vedi l’edificio di Via Giotto, a Sestri Ponente) , non certo per sostituirle con parcheggi e giardini.
Di fatto le ipotizzate demolizioni nulla avrebbero a che fare con la realizzazione della strada di scorrimento, i cui pertinenti espropri furono realizzati in epoca antecedente al cantiere.
Di certo l’idea di demolire, mai pronunciata in due anni di interlocuzioni con il Sindaco, viene esternata in concomitanza con l’avvio della vertenza legale a tutela della salute dei cittadini che vedrebbe anche il Comune quale controparte.
Abbiamo personalmente interloquito con svariati professionisti, architetti in testa, che hanno elaborato altrettanti progetti di reale riqualificazione e rilancio del waterfront di Sampierdarena, proprio per mitigare gli effetti della nuova strada sull’abitato e al contempo restituire a Sampierdarena il legame con il proprio mare.
Una riqualificazione sarebbe possibile senza amputare il centro storico di Sampierdarena anzi integrandolo con nuove e moderne infrastrutture a misura d’uomo a disposizione non solo dei residenti ma anche dei turisti e di un tessuto lavorativo di ambito marittimo e portuale potenzialmente crescente.
Ci auguriamo che il Sindaco vorrà riprendere il filo interrotto a giugno 2018, nel corso dell’ultimo incontro, per un serio confronto sul destino di questa parte della città, il cui bacino portuale, lo ribadiamo, dà e darà a Genova e al Paese un contributo economico misurabile in termini di PIL”.
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