Genova – A quasi 14 anni dalla firma dell’Accordo di Programma che ha messo fine alla lavorazione a caldo delle acciaierie ex-ILVA, venerdì 12 luglio, con la riduzione a una sola corsia per senso di marcia e qualche malumore per la coda lenta delle ore di punta, è partita la cantierizzazione per il restyling del primo tratto di via Cornigliano, quello compreso tra gli incroci con via Bertolotti e via Minghetti/Dufour.
Una prima fase che dovrebbe durare fino al 19 febbraio 2020, termine in cui scatterà il secondo stadio dell’intervento di completa riqualificazione degli 800 metri che corrono da piazza Savio a piazza Massena, e che terminerà a giugno 2021. O almeno queste sono le previsioni del cronoprogramma pubblicato da Società per Cornigliano:
Riqualificazione tanto attesa e soprattutto dovuta a una delegazione che ha respirato inquinamento per anni, pagando a caro prezzo la coabitazione con l’altoforno.
Eppure qualcosa stride.
Se è vero che l’intento è quello di restituire dignità a luoghi e aree cadute per decenni nel dimenticatoio, non possiamo non notare che alcuni interventi hanno una natura puramente ornamentale, disattenta a problematiche importanti come ad esempio quelle del trasporto pubblico.
Qual è il senso di prevedere una pista ciclabile in via Cornigliano ma non una sede protetta per i bus?
E che dire dei sottoservizi? Perché si parla di rinnovo del gasdotto quando i tubi sono interrati senza nessuna cassa di protezione e ignorando completamente la Convenzione Oil – sulla prevenzione degli incidenti industriali maggiori?
Eppure solo ai primi di giugno, a Pegli, una trivella ha bucato il tubo del gas della rete urbana con la conseguenza che un palazzo è stato evacuato, la strada chiusa, i treni bloccati.
Siamo perplessi…
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.