Genova – La Gronda di Genova torna a far parlare di sé. Dopo lo stop del Ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, che boccia la variante di SPEA in ragione dell’analisi costi-benefici del MIT, si riaprono le polemiche sull’infrastruttura che dovrebbe alleggerire il traffico autostradale e cittadino, soprattutto nel Ponente genovese.
L’ultimo strappo del governo gialloverde dopo il TAV si consuma, dunque, sul tracciato della Gronda e sulla variante di riferimento del M5S: la cosiddetta mini Gronda.
“Fumo negli occhi”. “Una non scelta”. “La mini Gronda cancella il lungomare di Pegli”.
I commenti si sprecano.
Politici, ingegneri, sindacati, popolo social, tutti dicono la loro.
Ma sappiamo davvero di cosa si tratta?
La mini Gronda prevede una modifica del tracciato SPEA, approvato nel 2017 dal MIT a guida Graziano Delrio, che cancella sia le gallerie tra Vesima e Bolzaneto che il viadotto sul Polcevera – non il nuovo Morandi, per intenderci, ma il “nuovo viadotto Genova” -, e conferma il raddoppio della A7.
Sul versante della viabilità urbana, la variante sostituisce il raddoppio della A10 con un prolungamento della Guido Rossa fino a Multedo e ipotizza un by-pass Campi-Aeroporto scavato nella collina di Coronata.
Il tunnel di Multedo, a due corsie per senso di marcia e lungo 4 chilometri e mezzo, permetterebbe di decongestionare l’Aurelia da Multedo a Cornigliano e di eliminare il traffico cittadino dalla A10, quello di Campi di alleggerire il casello di Bolzaneto e, chissà, potrebbe spingere il Comune alla sospensione totale della circolazione dei mezzi pesanti su via Borzoli.
I costi sono previsti nell’ordine di 800 milioni di euro per il by-pass di Multedo e di 132 per il by-pass di Campi, più il raddoppio della A7 che l’analisi del MIT ha salvato e che vale circa 1 miliardo di euro.
Per fare un confronto: il prezzo della Gronda di SPEA è di 3 miliardi e 750 milioni per il tratto Voltri-Bolzaneto, più il solito miliardo per la A7.
Se l’iter approvativo è sostenuto da una volontà politica, l’opera potrebbe concludersi in sette anni contro i dieci della Gronda.
Mini Gronda: tutto quello che c’è da sapere nella nostra intervista a Mauro Solari
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.