Moria, vergogna d’Europa

“Penso che giorno dopo giorno abbiano perso la testa – racconta uno dei ragazzi della sezione B -,  per questo motivo a volte si tagliano le mani. Io non voglio essere così”

I ragazzi della Sezione B

Nel più grande centro di accoglienza della Grecia, vivono e muoiono aggrappati alla speranza di un futuro migliore. Sono i ragazzi della Sezione B, l’area del campo di Moria che ospita i minori migranti e rifugiati non accompagnati.

Moria è un’emergenza senza precedenti: destinata ad accogliere 3.000 persone, questa ex base militare sull’isola di Lesbo adattata a punto di accoglienza e identificazione, ne ospita più di 8.700 e in condizioni limite. 3.000 sono bambini. Oltre 520 sono minori non accompagnati.

Nel campo, i ragazzi hanno 2 docce e 2 bagni ogni 25. La rete fognaria è sovraccarica e i liquami si spargono fino ai materassi dove dormono i bambini. La puzza è insopportabile.
A volte lottano per il cibo invece di fare la fila perché non basta per tutti.

Bambini e ragazzi rimangono nella Sezione B per un periodo ben oltre il massimo consentito dalla legge greca, cioè 25 giorni, perché in Grecia, sulla terra ferma, tutte le sistemazioni adeguate sono già al completo. Per questo, si trovano a rischio di violenza e abusi, con un accesso limitato alla scuola, all’assistenza sanitaria e al supporto psicosociale.

Punto di rottura

“Una situazione che ha raggiunto il punto di rottura”,  ha dichiarato Afshan Khan, Direttore regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale e Coordinatrice speciale per la risposta dei rifugiati e dei migranti in Europa. “Continuiamo a fare appello alle autorità greche affinché trasferiscano i bambini in una sistemazione adeguata sulla terraferma, ma la Grecia non può sostenere da sola i bambini rifugiati e migranti.  È vitale che i governi europei aumentino gli impegni per ricollocare i bambini rifugiati e migranti non accompagnati e separati, e accelerino i ricongiungimenti familiari per coloro che hanno parenti in Europa”.

E intanto, nell’attesa che i governi si prendano le loro responsabilità, lo scorso fine settimana un ragazzino è morto a Moria accoltellato da un altro disperato di 15 anni.

 

Credits: tutte le foto sono tratte dal cortometraggio dell’UNICEF, “Section B – life in limbo”

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