La morale del maggiordomo

“Tutto va ben Madama la marchesa”, la canzone era di origine francese, ed in Italia era diventata un successo cantato da Nunzio Filogamo, palermitano, amabile presentatore delle prime edizioni del Festival di Sanremo, quello che esordiva in trasmissione con “Amici vicini e lontani, buonasera”. Il brano fece fortuna grazie al titolo ammiccante e intrigante, leggero e facile da mandare a memoria. Ma soprattutto rassicurante, nonostante tutto: “Tutto va ben Madama la marchesa”.

La storiella che faceva da filo conduttore era esile, ma con un’anima ironica di un qualche spessore. Un’allegra marchesa lascia il suo castello e va a folleggiare a Parigi; ma non dimentica i suoi interessi e, ogni sera, telefona al fido maggiordomo Battista e gli chiede notizie. Questi, puntualmente, risponde che “tutto va ben”. Tranne qualche piccolo particolare: che la sua amata cavallina era morta, che le stalle si sono incendiate, che un’ala del castello era crollata, che il marito marchese si era suicidato, e che lei – la marchesa – era praticamente rovinata. Ma, a parte ciò, “tutto va ben, madama la marchesa”.

E ieri mattina, nel corso della conferenza stampa per annunciare quanto i giornalisti avevano già ampiamente riportato, pronosticato e scritto, e cioè i nomi dei protagonisti, vittime e volti nuovi, di un rimpasto di giunta a lungo annunciato, il sindaco Marco Bucci, risoluto e rassicurante, ha fatto proprio le veci del maggiordomo di fronte a qualcuno che, birichino, gli chiedeva le ragioni dei cambiamenti e degli accorpamenti di deleghe, dell’allontanamento di alcuni assessori, e di alcune new entry. Perché, lo dicono anche i filosofi del calcio, solitamente squadra che vince non si cambia.
Invece lui no….no, lui no.
Ha provveduto a introdurre nuove deleghe, a frammentare ulteriormente assessorati come turismo e cultura, definiti dallo stesso sindaco molto importanti per la ulteriore rinascita economica della città, ha promosso un giovane consigliere delegato e la sua delega ad assessore con assessorato (casualmente un figlio d’arte, con papà super consulente bipartisan), ha ridotto al lumicino il ruolo del suo braccio destro e vicesindaco umiliandolo nelle angustie dell’Asef e dei servizi civici, demografici e cimiteriali. Ha messo la mobilità nelle mani di un assessore già con un numero importante di deleghe e ha introdotto un professore universitario già saggio, o supersaggio, comunque senza portafoglio, trasformandolo in consulente, ovviamente con parcella. Ha promosso i deboli e semi sconosciuti eletti nelle circoscrizioni a un ruolo di primo piano, a dimostrazione che il lavoro nobilita. Sino alla mossa a sorpresa di una interpretazione al contrario delle pari opportunità in un momento, probabilmente, a suo avviso, di femminismo imperante, mettendo la delega nelle mani di un esordiente maschio, leghista e…. di razza bianca. E comunque ha mantenuto per se deleghe importanti come quella della protezione civile, nonostante le parole di rito in omaggio al consigliere delegato e, soprattutto la comunicazione. Anche perché di comunicazione, a quanto pare sta vivendo questa giunta.

Prima di rendere nota in conferenza stampa la rivoluzione di settembre, però come ha fatto spesso in questi due anni, si è premurato di dire che i risultati della sua giunta sono stati straordinari, che tutto quanto si era riproposto è stato rispettato alla lettera. Che i cambiamenti erano già previsti e che si cambierà ancora. Insomma come nella regola prima un fedifrago di una certa esperienza: “Di fronte alla moglie negare, negare sempre, perfino se colti sul fatto”. Negare, se è il caso, ringhiando e rintuzzando i giornalisti con la solita formula: “non mettetemi in bocca parole che non ho pronunciato”. Rinverdendo la morale del maggiordomo, infiocchettata con ombrellini e girandoline, che tutto va ben Madama la marchesa. Rimuove la delega alla mobilità urbana dalle mani del vicesindaco, fra l’altro esponente di un partito importante nell’alleanza di maggioranza, ma tutto va bene.

Paolo Fanghella
Giancarlo Vinacci

Sparisce l’assessore ai lavori pubblici che si dimette qualche ora prima per non dare a Bucci la soddisfazione di defenestrarlo e tutto va bene. Tutto va bene perfino se “fa fuori” l’assessore allo sviluppo e alla programmazione economica, anche se a sollecitarne la nomina era stato lo stesso Silvio Berlusconi. Che tanto nel centrodestra spira il vento nuovo del fuoriuscito sodale e presidente della giunta regionale Giovanni Toti.

Arianna Viscogliosi

Defenestra anche Arianna Viscogliosi, assessore alla gestione e sviluppo del personale ed organizzazione dell’Ente intonando lo stesso trito ritornello: “Tutto va ben, tutto va ben”. Come se Tursi dovesse per forza essere il migliore dei mondi possibili.

Elisa Serafini

Come se qualche mese fa le dimissioni con esonero forzato di Elisa Serafini, assessore alla cultura non fossero mai esistite. Come se “u scindecu cu cria”, non si  fosse mai palesato. Anzi, questo no. Fino a questo non si è arrischiato, perché durante la conferenza stampa ha ammesso che in moltissimi casi c’è stata la volta in cui i toni sono stati alzati, in giunta come negli uffici. Insomma come in ogni buona famiglia si litiga, ma i litigi devono per forza rimanere fra le mura di casa, sotto le lenzuola o sotto le coperte. Magari nel chiuso degli spogliatoi, come nel mondo del calcio, ritornello che Wanda Nara, la moglie di Maurito Icardi, improvvisatasi opinionista Tv si è sentita ripetere sino allo sfinimento nei salotti televisivi da altri opinionisti, ex calciatori e maschi. Tutto perfettamente in linea con la delega alle pari opportunità, a sorpresa e forse per la prima volta, nelle mani di un uomo. Tutto perfettamente in linea con tutti quelli che dopo aver attaccato il neo ministro Teresa Bellanova per questioni di peso, non per ragioni politiche, ed essere stati ripresi si rifugiano in questioni di genere al contrario, ricordando gli insulti all’ex ministro di Berlusconi Renato Brunetta che ricordava  a molti il “Corazziere” cantato da Renato Rascel.

E comunque tutto va ben e i risultati nonostante la tragedia del crollo del ponte Morandi sono stati quelli previsti. Anche se ci sono un manipolo di nuovi, le deleghe sono state ampliate, variate e sostituite. Utilizzando il linguaggio del manager il sindaco Bucci ha annunciato che ci saranno ulteriori steep, più performanti, e che potrebbero anche sopraggiungere nuovi cambiamenti, nuove nomine e nuove sostituzioni in giunta. Del resto è il ritornello con il quale si era insediato.

Poi si è ricalato nei panni del maggiordomo. Rassicurando giornalisti, genovesi e eventuali marchesi come il nobile che lo ha preceduto. La città è in salute, c’è la bega dell’Amiu, ma tutto va ben. C’è anche quella della sicurezza stradale… ma tutto va ben. Il turismo e la presenza di turisti sono calati e il Ducale non risulta più attrattivo come un tempo, ma va tutto ben. E poi in giunta capiscono fischi per fiaschi e magari gli attribuiscono crudeltà sugli animali riportando tutto all’esterno e sussurrandolo perfino ai giornalisti. Insomma rompono la sacralità dello spogliatoio, magari per vendicarsi del fatto che saranno fatti fuori. Ma va tutto ben. Genovesi,  e soprattutto voi, giornalisti non fate domande provocatorie, che va tutto ben. Va tutto ben, parola di maggiordomo. E chissa’ Che cosa ne direbbe il marchesino, il predecessore e quello vero, messo al cospetto delle rassicurazioni del suo…. maggiordomo.

Giona

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta