Ventimiglia: l’inchino della Madonna diventa un’indagine dei carabinieri

Ventimiglia (IM) – L’inchino della Madonna di Polsi diventa un’indagine dei carabinieri che intendono accertare se si sia verificata una sosta extra, durante la processione di sabato scorso a Ventimiglia Alta, davanti a Carmelo Palamara, fratello di quell’Antonio presunto boss del Ponente ligure, condannato a 14 anni per 416-bis nel processo “La Svolta”, assolto in appello e infine deceduto prima della pronuncia definitiva della Cassazione.

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L’ANTEFATTO
Sabato 7 settembre. A Ventimiglia Alta è il giorno della processione della Madonna di Polsi, la Vergine della ‘ndrangheta.
Dopo la messa, la statuina della Madonna esce dalla sua attuale residenza, la Chiesa di San Michele Arcangelo, e si avvia verso la cattedrale sulle spalle dei portantini.
Anche noi ci alziamo dalla nostra panchina con vista sulla festa e cominciamo le riprese con grande scandalo dei fedeli e dell’organizzatore, che non gradiscono le videocamere.
Arriviamo alla piazza della cattedrale dove è programmata la prima tappa, fra i tamburi e le bandiere azzurre in campo nero e oro del Sestiere Burgu.
Si riparte.
Il rituale prevede solo un’altra sosta prima di rientrare a San Michele, ma la perfetta regia del presidente del “Comitato feste di Ventimiglia”, Antonio Versace, che da quattro anni organizza l’evento, parlottando col prete sembra decidere diversamente.
E così in uscita da piazza Porta Nizza, dopo il Padre nostro, i portatori si bloccano davanti alla panchina dove è seduto un anziano con la moglie, si scambiano un cenno di saluto, poi l’anziano si fa il segno della croce e manda un bacio alla Madonna.
Si tratta di Carmelo Palamara. Davanti a lui, la Madonna si inchina alla ‘ndrangheta.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.