Milano – Prende una piega surreale la vicenda della signora milanese che ha rifiutato di affittare il suo appartamento a una ragazza solo perché meridionale.
Contattata in un primo tempo dall’interessata che non riusciva a spiegarsi il perché di questa metamorfosi a soli 15 giorni dal suo trasferimento da Foggia, la signora si era giustificata con un audio su WhatsApp dicendo orgogliosamente di essere “salviniana e razzista al 100%. Per me meridionali, neri e rom sono tutti uguali. Ciò che conta è la sua carta d’identità”, per poi rimangiarsi tutto il giorno dopo: “Non sono razzista né salviniana. Ho sbroccato, la ragazza mi ha fatto perdere la testa”. E ancora: “Chiedo scusa, se vuole l’appartamento è suo, ma non mi risponde più”.
Immediata la reazione di Matteo Salvini che, a margine dell’assemblea degli amministratori della Lega oggi a Milano, taglia corto: “È una cretina fuori dal tempo. Non ho il piacere di conoscere la signora ed è lontanissima dal mio pensiero”.
Quello che lascia l’amaro in bocca, di tutta la vicenda, è che no, la signora purtroppo non è fuori dal tempo. Fa parte di tutti quei “cretini” che intruppano le persone per categorie, che ragionano per genere, classe e specie: meridionali, neri, rom, e mettiamoci pure i froci e gli ebrei, sono tutti uguali.
Quello che i “cretini” dimenticano è che i diritti dei meridionali, neri, rom, froci ed ebrei, sono anche i nostri.
Mi ritorna in mente il sermone di Martin Niemöller, quel prete luterano famoso perché è finito stampato su tazze e magliette: «Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare».
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.