Al civico 6 di salita San Paolo, tra la Commenda e la stazione Principe, gli agenti della Polizia Locale del reparto Giudiziaria, del I Distretto territoriale e del reparto Sicurezza hanno trovato una situazione igienico-sanitaria disastrosa. Diversi gli appartamenti usati come dormitorio di stranieri mentre un appartamento vuoto veniva usato come gabinetto e fumeria di crack.
Genova – È partita così l’annunciata operazione proposta dal Comune al tavolo del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza in Prefettura e alla quale, oltre alla Polizia Locale, partecipano Agenzia del Territorio, l’Agenzia delle Entrate, Iren e Amiu per incrociare i dati grazie alla tracciabilità delle utenze.
L’intento di queste operazioni è quello di arginare il fenomeno dell’immigrazione clandestina e il conseguente sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali degli stranieri senza permesso di soggiorno che spesso vengono avviati allo spaccio. L’Assessore alla Sicurezza Stefano Garassino spiega che l’obiettivo è individuare i proprietari degli immobili che approfittano delle persone in stato di clandestinità per fare affari e di conseguenza evadere il fisco.
Il primo intervento ha preso di mira uno degli stabili dove già in passato erano stati trovati laboratori e magazzini della contraffazione: 10 gli appartamenti controllati, 18 le persone identificate, di cui 17 straniere, 2 gli stranieri segnalati all’autorità giudiziaria di cui uno destinatario di un divieto di dimora e l’altro senza documenti.
Nell’appartamento più popolato sono state trovate 6 persone. Quasi tutti gli occupanti delle case non erano registrati come residenti e pagavano per un posto letto al gestore del dormitorio. I conduttori sono stati sanzionati (la multa prevista per aver subaffittato ad altre persone omettendo di fare la prevista comunicazione di ospitalità in Questura è di 320 euro) e sui proprietari degli appartamenti, quasi tutti italiani, compresa una società , continuano le indagini condotte parallelamente e di concerto dalle varie realtà che partecipano all’operazione.
Mentre era in corso la perquisizione dei primi appartamenti, qualcuno ha gettato dalla finestra nel cavedio alcuni oggetti contraffatti mentre altra merce falsificata è stata trovato nella cantina di pertinenza di in uno degli appartamenti. In quasi tutte le case erano presenti bombole del gas, alcune collegate a stufette che ovviamente vengono usate in inverno visto che negli immobili è assente anche il riscaldamento.
Uno degli appartamenti, sfitto, veniva occupato temporaneamente e ciclicamente da persone che lo usavano come fumeria di droghe, e alcune stanze venivano utilizzate come servizi igienici.
Gli agenti della polizia locale hanno anche rilevato alcuni abusi edilizi (muri abbattuti e porte spostate, oltre ad appartamenti di grandi dimensioni frazionati senza alcun permesso).
Le diverse situazioni di mancanza d’acqua sono state segnalata all’ufficio abitabilità del Comune che invierà ai proprietari l’ingiunzione a non affittare prima di aver garantito un impianto idrico funzionante.
“Non si tratta di mere questioni amministrative, ma di comportamenti che favoriscono vere e proprie situazioni di illegalità e possono arrivare anche a mettere in pericolo la sicurezza nazionale – ha dichiarato Garassino -. Non è un caso che la legge italiana, dagli anni di piombo, prescriva la registrazione di tutte le persone che vivono in ogni casa o struttura alberghiera. Gli ospiti delle case dormitorio che non vengono denunciati alla Questura come prevede la legge possono essere criminali o persino terroristi. I proprietari delle case che vogliono affittare a tutti i costi tuguri senza acqua, senza gas e senza luce che mai, in quelle condizioni, potrebbero locare a normali famiglie, a studenti, a giovani coppie, devono rendersi conto che il loro è un comportamento che mette in pericolo la collettività . Combatteremo con ogni mezzo per fa cessare questa abitudine malsana di chi se ne frega della città e pensa solo alla sua tasca”.
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