Genova – Erano almeno 5.000 a Genova i casi sospetti di “assegno sociale”, lo spunto investigativo partito dopo una serie di controlli di routine dell’INPS che infine, a maggio 2018, ha segnalato le presunte irregolarità al nucleo investigativo dei carabinieri del capoluogo ligure.
Le indagini, quasi esclusivamente cartolari – cioè sui documenti -, hanno riguardato un arco di tempo molto lungo: dal 2006 al 2019 e hanno portato alla denuncia di 13 soggetti per i quali l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro dei conti correnti “per equivalente di quanto percepito”.
Un danno per lo Stato pari a 500.000 euro ma che potrebbe aumentare vista la complessità di un’inchiesta non ancora conclusa e che potrebbe avere una dimensione molto più ampia.
Spia del reato per i residenti all’estero, il fatto che mancasse loro un medico di famiglia o, data l’età per accedere all’assegno, che non effettuassero mai accessi a prestazioni del servizio sanitario.
CHI SONO I TRUFFATORI DELL’ASSEGNO SOCIALE
I truffatori dell’assegno sociale sono 4 stranieri, rintracciati in Argentina, Cile, Francia e Spagna, e 9 genovesi.
Ai residenti all’estero il denaro veniva spedito, anche tramite money transfer, da parenti complici.
In generale, gli accertamenti hanno documentato che alcuni degli indagati, seppure in possesso di rilevanti patrimoni in beni mobili e immobili, in taluni casi superiori a centinaia di migliaia di euro e dunque in grado di garantire il mantenimento di un elevato tenore di vita, hanno dichiarato un sedicente stato di bisogno per ottenere l’assegno.
Uno, in particolare, è un professionista di Albaro molto benestante, con un patrimonio definito dagli inquirenti “di tutto rilievo”.
Altri hanno mentito sulla residenza e benché trasferiti da tempo in paesi esteri dove svolgevano anche attività lavorative retribuite, hanno certificato una residenza stabile e continuativa sul territorio genovese.
Uno di loro, trasferito in Francia, oltre a impieghi nel settore della ristorazione e della pubblicità, ha ricevuto compensi dall’Amministrazione locale per l’attività di “Papa Trafic”, cioè l’ausilio all’attraversamento pedonale dei bambini negli orari scolastici di ingresso e uscita dagli istituti.
Due degli indagati sono marito e moglie che percepivano entrambi l’assegno sociale senza averne diritto.
st
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.