AMT-ATP: giovedì si vota la fusione. Bucci sta mantenendo la promessa del TPL “in house”?

Genova – E all’improvviso il Paradiso. Tranquilli non sto parlando dell’ex front man dei Thegiornalisti, ma di un’accelerazione imprevista. Infatti quando si pensava che l’in house per il Tpl genovese potesse incontrare ancora molti ostacoli, ecco che la situazione si sblocca. Su proposta del Sindaco, Marco Bucci, e del neo Assessore ai Trasporti con delega all’indirizzo e controllo di AMT S.p.a. Matteo Campora, la prossima settimana (giovedì per la precisione) si voterà per la fusione tra AMT e ATP (le due aziende di Tpl del Genovesato, la prima gestisce il bacino urbano, la seconda quello extraurbano).
Wonderful o Wonderwall (per citare gli Oasis)? Ovvero c’è da gioire o da preoccuparsi?

Rapido ripassino, tanto per dipanare la matassa:

Con il DCC n. 79/2017 è stato approvato il progetto di fusione per incorporazione di ATP S.p.A. in AMT S.p.A., l’operazione ha portato la partecipazione del Comune di Genova dal 100% all’86,16% con l’entrata nella compagine sociale di AMT S.p.A. dei soci di ATP S.p.A.
In seguito con il DCC n. 47/2018 è stato approvato l’aumento di capitale sociale di AMT S.p.A. di 7 veicoli della metropolitana aumentando così la partecipazione del Comune di Genova che è salita dall’86,16% all’attuale 94,94%.
Questa nuova società che ha un capitale sociale di € 29.521.464,00 diviso in n. 702.892 azioni del valore nominale di € 42,00 e un patrimonio netto al 31/12/2018 pari ad € 30.211.820, si trova a capo di un gruppo societario, di cui fa parte la controllata ATP Esercizio s.r.l., che a bilancio consolidato 2018 espone un patrimonio netto consolidato pari a €30.494.883,00.
Dunque AMT è una società pubblica con quota maggioritaria (pari al 94,94% del capitale sociale) in capo al Comune di Genova e in controllo congiunto con gli altri soci pubblici, ovvero: la Città Metropolitana di Genova (4,70%), il Comune di Rapallo (0,08%), il Comune di Santa Margherita Ligure (0,04%), il Comune di Chiavari (0,09%), il Comune di Sestri Levante (0,07%) e infine la stessa AMT che possiede azioni proprie pari allo 0,08%.
La società gestisce in affidamento diretto ai sensi dell’art. 5, comma 5, del Regolamento Europeo 1370/2007, il servizio di trasporto pubblico locale sul bacino G urbano fino alla data del 3 dicembre 2019. In data 30/11/2018 la Città Metropolitana di Genova, con deliberazione n. 44/2018, ha disposto l’affidamento in regime di in house providing della concessione del servizio di TPL nell’ambito urbano (ex “bacino G urbano”) ai sensi dell’art. 5, comma 2, del Regolamento Europeo 1370/2007 per il per il periodo dal 4 dicembre 2019 al 3 dicembre 2029.
Ora viene il bello. ATP Esercizio s.r.l. (società già controllata da ATP S.p.A.), a seguito dell’incorporazione di quest’ultima in AMT S.p.A., è divenuta società controllata da AMT al 51,54%.

La restante quota di minoranza è posseduta dal socio privato Autoguidovie Italiane S.p.A., che ricordiamo è entrato nella compagine sociale di ATP Esercizio s.r.l. nel Maggio del 2016 acquisendo la quota (pari al 48,46% del capitale sociale) già di proprietà del socio SMCE S.c.a.r.l. direttamente, senza regolare gara, cosa giudicata illegittima dall’Anac.
Ci si trovava allora in piena era Renziana, sindaco della Superba era il non altrettanto superbo Marchese Marco Doria, le privatizzazioni erano caldamente consigliate e BusItalia e il partner extraurbano Autoguidovie erano fortemente sponsorizzate da una certa parte politica che oggi ritroviamo al governo con i 5 stelle.
ATP,  per chiudere il cerchio, svolge il servizio di trasporto pubblico locale nel bacino TG extraurbano dell’Area Metropolitana Genovese, su una superficie di oltre 2.200 kmq ed una rete stradale di 1.465 km che si sviluppa su un territorio di pertinenza di 82 Comuni, di cui 67 in provincia di Genova, 11 in provincia di La Spezia e 4 in provincia di Savona, la società possiede un capitale sociale di € 1.443.142 e un patrimonio netto al 31/12/2018 pari ad € 1.705.391.

Veniamo all’oggi, con la proposta di deliberazione del Consiglio Metropolitano di Genova n.2293/2019, nel quale si individuano le modalità di gestione della concessione del servizio extraurbano in house providing ad AMT S.p.A. tramite la fusione per incorporazione di A.T.P. Esercizio s.r.l. in AMT S.p.A.
Obiettivamente bisogna dare atto a questa Giunta e alla Città Metropolitana il fatto di aver sempre perseguito questo progressivo potenziamento del ruolo di AMT quale player strategico della mobilità del bacino metropolitano e con la fusione per incorporazione di A.T.P. Esercizio s.r.l. in AMT S.p.A. completano il disegno strategico di concentrazione industriale finalizzato alla gestione integrata del TPL nel bacino metropolitano genovese.
Nelle intenzioni dell’amministratore ciò permetterebbe “di mettere a fattore comune le ‘best practice’ economico-gestionali, industriali e commerciali maturate dalle due società, un generale miglioramento delle modalità di comunicazione alla clientela, un’integrazione dei know-how in merito alla gestione di diverse tipologie di servizio, una migliore organizzazione del lavoro, anche con specifico riferimento ai processi, la possibilità di realizzare economie di scala nell’approvvigionamento di materiali e prestazioni, consentendo di ridurre gli attuali costi di funzionamento delle due società e una semplificazione e razionalizzazione del quadro delle partecipazioni societarie”. Ovviamente occorrerà verificare la compatibilità del progetto di fusione con quanto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria in materia, valutando l’opportunità di procedere prima della fusione allo scorporo delle reti, degli impianti, e delle altre dotazioni patrimoniali funzionali al servizio. Sarà ovviamente fondamentale lo statuto della società risultante dalla fusione che dovrà garantire i requisiti del controllo analogo congiunto da parte di Città Metropolitana e Comune di Genova in conformità a quanto previsto dalla vigente normativa ed in particolare dal Regolamento CE 1370/2007.
La Giunta ha già incassato i pareri positivi in ordine alla regolarità tecnica e contabile dal Responsabile del Servizio competente e dal Responsabile di Ragioneria, nonché l’attestazione sottoscritta dal Responsabile del Servizio Finanziario. Così come positivo è stato il parere del Collegio dei Revisori e del Segretario Generale ai sensi dell’art. 97, c.2 del D.Lgs.267/2000 ss.mm.ii.

Ora veniamo al primo dei due problemi, la presenza di Autoguidovie, che ai sensi della regolamentazione comunitaria e nazionale, non potrà avere nessuna forma di controllo o potere di veto nell’esercizio di un’influenza determinante sulla società e la sua partecipazione nel post fusione non potrà comunque superare la soglia dell’8%. Mi chiedo però, come mai un privato dovrebbe restare a queste condizioni. La faccenda non è affatto chiara.
Poi l’armonizzazione tra i diversi contratti in essere tra i dipendenti di AMT e di ATP, che pendono a netto vantaggio dei primi. Cosa si deciderà di fare? Migliorare la contrattazione peggiore o peggiorare quella migliore?

Queste due problematiche dovrebbero togliere il sonno di Cgil, Cisl, Uil e Faisa, sponda AMT, che dopo i cinque giorni di sciopero selvaggio nel 2013 e le conseguenti multe comminate agli iscritti cinque anni dopo, ora dovranno giustificare l’ingresso del privato e un possibile peggioramento contrattuale. Sono proprio curioso di vedere cosa succederà.

Nel frattempo un abbraccio a tutti voi dal Vostro autista Barnaba

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