Allarme clima, ultimo rapporto IPCC: scarichiamo negli oceani un milione di tonnellate di CO2 ogni ora

Gli oceani sono sempre più caldi, a metterlo nero su bianco è l’ultimo rapporto IPCC – il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici -, che lancia l’allarme sulle emissioni di carbonio: aumenti di temperatura su larga scala e a un ritmo più sostenuto di quello che ci si aspettava.

Gli oceani svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere la vita sulla Terra. Insieme alle calotte polari, sono fondamentali per regolare la temperatura del nostro pianeta perché, oltre ad assorbire il 20-30% del carbonio dall’atmosfera terrestre, gli oceani regolano le piogge e quindi la disponibilità di acqua potabile e la produzione agricola, e il clima del nostro pianeta. Ai tassi attuali di emissioni, rivela il rapporto dell’IPCC, si calcola che stiamo scaricando negli oceani un milione di tonnellate di CO2 ogni ora, con conseguenze devastanti sulla vita marina.

CONTINUO CALO DEL GHIACCIO MARINO E DELLA MASSA DI GHIACCIO
Il rapporto del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici, valuta anche gli impatti sulle calotte ghiacciate nelle regioni artiche e antartiche, lo stato dei ghiacciai, del permafrost – cioè i terreni perennemente ghiacciati che caratterizzano le regioni più settentrionali del nostro pianeta – e della distribuzione della neve nelle zone di alta montagna, con le relative conseguenze sull’innalzamento del livello del mare e le sue implicazioni per le isole, le coste e le comunità che le abitano.

I risultati?
L’estensione del ghiaccio marino artico estivo è diminuita ad un tasso di circa il 12% per decennio nel periodo 1979-2018. I quattro valori più bassi per l’estensione del ghiaccio marino invernale si sono verificati tra il 2015 e il 2019.
Nel complesso, la quantità di ghiaccio persa ogni anno dalla calotta glaciale dell’Antartico è aumentata di almeno sei volte tra il 1979 e il 2017. La perdita di massa del ghiacciaio per il 2015-2019 è la più alta di qualsiasi periodo di cinque anni.

ACCELERA L’AUMENTO DEL LIVELLO DEL MARE E L’ACQUA DI MARE STA DIVENTANDO PIÙ ACIDA
Lo stesso rapporto analizza anche l’impatto del riscaldamento dei mari e dell’acidificazione degli oceani sugli ecosistemi, sulla pesca e sui mezzi di sussistenza in diverse regioni, presentando scenari sulla frequenza e l’intensità future delle tempeste tropicali e delle ondate di calore e ricordando che l’acidificazione degli oceani ha un grave impatto sulla catena alimentare.

Il tasso osservato di innalzamento medio globale del livello del mare è aumentato da 3,04 millimetri all’anno nel periodo 1997-2006 a circa 4 mm/anno nel periodo 2007-2016. Ciò è dovuto all’aumento del riscaldamento oceanico e dello scioglimento delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide occidentale.
Non solo.
L’aumento complessivo dell’acidità degli oceani dall’inizio dell’era industriale è stato pari al 26%. 

Un quadro sconfortante che dimostra come i governi e l’industria non possano più rimandare l’adozione di misure davvero decisive per abbandonare i combustibili fossili e per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C.

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