Bernard Friot, traduttore in francese di gianni rodari, ha vinto il premio Andersen 2019 come protagonista della cultura per l’infanzia
Se volete incontrare Bernard Friot, dovete cercarlo in mezzo ai suoi lettori. Lui stesso si definisce “uno scrittore pubblico”, nel senso che ama stare a stretto contatto con i suoi piccoli fan.
Ed è così che lo conosciamo anche noi, davanti alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, in attesa di cominciare un percorso di narrazione fantastica delle opere d’arte custodite nel museo con un gruppo di bambini del “Formicaio”.
Non è facile avvicinare i ragazzi all’arte e alla lettura ai tempi di internet, eppure sembra che Friot conosca la chiave giusta per accendere il loro interesse e la loro curiosità.
“Il segreto è aiutare il bambino ad essere un lettore attivo – ci racconta questo scrittore che tutta Europa riconosce come il nuovo Rodari – Senza l’attività e la creatività del lettore, il testo non parla. Siamo noi lettori che facciamo parlare il testo scritto“.
Quanto alla rete, Friot non la ritiene un ostacolo ma solo un supporto in più: “I ragazzi leggono anche su internet. Hanno bisogno non solo di essere creativi ma anche interattivi. L’importante è non essere mai passivi davanti a un’informazione, davanti a un’immagine, davanti a un evento”.
Lo stesso vale per le opere d’arte e infatti il gioco di Friot all’interno del museo di Palazzo Spinola è proprio quello del coinvolgimento, della condivisione: i quadri si guardano a turno, in silenzio, poi ci si siede tutti in cerchio e finalmente ognuno può condividere ciò che ha visto.
Se siete curiosi vi raccontiamo cosa hanno detto i bambini.
“Ho visto un uomo che strappava le corna a una mucca” è l’interpretazione di Ercole che cattura il toro di Creta dipinto da Gregorio De Ferrari.
Poi ci sono stati commenti favorevoli sui colori usati per dipingere i corpi: “Ho visto la pelle pitturata con un colore marroncino e mi è piaciuto”, e infine la nudità, percepita con una prospettiva davvero fuori dal comune: “Ho visto la libertà, perché erano tutti nudi e potevano muoversi liberamente“.
“Sono questi sguardi diversi – dice Friot – che permettono al gruppo di vedere di più“.
Bernard Friot, che ha vinto quest’anno il Premio Andersen come Protagonista della Cultura per l’Infanzia, ha partecipato a una settimana di incontri genovesi promossi da Andersen con il Centro per il Libro e la Lettura (Cepell) del MiBAC e l’Institut Français d’Italie, in collaborazione con una rete di soggetti della città attivi sul fronte della cultura, dell’educazione e dell’infanzia, le case editrici Il Castoro e Lapis e con il patrocinio di Nati per Leggere Liguria e di AIB-Associazione Italiana Biblioteche sezione Liguria.
Se ve lo siete perso non preoccupatevi, Friot sarà di nuovo in città il 23 novembre, a Palazzo Ducale, per la mostra “Anni ’20. L’età dell’incertezza”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.