D’accordo, non doveva succedere ed è successo. Anzi, è successo perchè chi doveva controllare non lo ha fatto o lo ha fatto con negligenza. Ma come sempre, il vecchio adagio italiano è lo stesso: “Aspettiamo che la Magistratura faccia il suo corso”.
Ieri è stato issato il primo trave del nuovo viadotto Polcevera sui piloni e prossimamente verrà posizionato l’impalcato, e l’entusiasmo all’interno del cantiere si poteva toccare con mano. Tanta tecnologia, tanta “scienza”, tanta voglia di fare. A tutto questo si aggiunge anche un po’ di retorica come “Genova non si arrende, Genova non è in ginocchio “.
Veder nascere un nuovo viadotto è una bella cosa, ma tutte le volte che passiamo dal ponte di Cornigliano, guardando verso la Valpolcevera, è un vuoto che sarà incolmabile. Mancano gli stralli che per un cinquantennio ci hanno tenuto compagnia. Il ponte di “Brooklyn” non c’è più.
Al netto di tutte le polemiche e contrapposizioni politiche, vedere centinaia di tonnellate salire al cielo e posizionarsi sui due piloni ha riacceso anche in noi un po’ di orgoglio. Sappiamo fare cose molto difficili e spesso le facciamo bene. Poi, a fine giornata, buttiamo al macero quanto di buono è stato fatto proponendo un’insulsaggine come il videogioco per ricostruire il ponte piazzato all’info point di Porta Siberia. Ma che vi dice la testa?
Questo fatto non è passato inosservato al Gruppo “Chiamami Genova” del Municipio V Valpolcevera, una delle delegazioni più colpite dalla tragedia del 14 agosto 2018.
“Gioca e riprova a ricostruire il ponte *
Da mesi dopo il crollo del ponte Morandi, cittadini e comitati chiedono che venga realizzato un Info Point possibilmente a Certosa o vicinanze, perché la comunicazione delle varie operazioni che si dovevano realizzare per la demolizione e per la ricostruzione, non potevano passare solo attraverso il sito aperto dalla struttura commissariale su internet.
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