“Io non rischio”: buone pratiche di protezione civile

Sabato 12 e domenica 13 ottobre, in contemporanea con le altre città in tutta Italia, Genova partecipa alla campagna “Io non rischio”. L’appuntamento è nelle piazze De Ferrari, SanLorenzo e Banchi, dove i cittadini potranno incontrare i volontari di protezione civile per scoprire cosa ciascuno di noi può fare per ridurre il rischio alluvione.

 “Io non rischio”, iniziativa nazionale giunta quest’anno alla nona edizione, ha il suo cuore proprio nei punti informativi che volontari e volontarie di protezione civile allestiranno nelle principali piazze italiane, per diffondere la cultura della prevenzionee sensibilizzare i concittadini sul rischio sismico, sul rischio alluvione e sul maremoto. L’edizione 2019 coinvolge oltre 3.400 volontari e volontarie appartenenti a 532realtà associative, tra sezioni locali delle organizzazioni nazionali di volontariato, gruppi comunali e associazioni locali di tutte le regioni d’Italia. Il volontariato di protezione civile, le Istituzioni e il mondo della ricerca scientifica si impegnano insieme per comunicare sui rischi naturali che interessano il nostro Paese.

«Si tratta di un’iniziativa molto importante sottolinea il consigliere delegato Sergio Gambino  soprattutto per il nostro territorio, soggetto a forti piogge improvvise e all’esondazione di rivi e torrenti. Uno dei principali compiti dell’Amministrazione è proprio quello di informare la cittadinanza su come mitigare i rischi idrogeologici che il nostro territorio comporta, creando una cultura di Protezione Civile,perché  il sistema più efficace per difendersi dai rischi è conoscerli».

“Io non rischio” – campagna nata nel 2011 per sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico – è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile con Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Reluis-Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica.

L’inserimento del rischio maremoto e del rischio alluvione ha visto il coinvolgimento di Ispra-Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ogs-Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, AiPo-Agenzia Interregionale per il fiume Po, Arpa Emilia-Romagna, Autorità di Bacino del fiume Arno, CamiLab-Università della Calabria, Fondazione Cima e Irpi-Istituto di ricerca per la Protezione idro-geologica.

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