Giovani e lavoro: oltre 2 milioni gli inattivi in Italia, nostro il record di “Neet” in Europa

SONO OLTRE 2 MILIONI I “NEET” NEL NOSTRO PAESE, CIOÈ I GIOVANI CHE NON LAVORANO E NON STUDIANO. UNICEF LANCIA LA RICERCA “IL SILENZIO DEI NEET. GIOVANI IN BILICO TRA RINUNCIA E DESIDERIO”

Dagli ultimi dati ISTAT, nel 2018 i NEET (acronimo dell’inglese “not in education, employment or training”) nella fascia d’età 15-29 anni, in Italia sono pari a 2.116.000, rappresentando il 23,4% del totale dei giovani della stessa età presenti sul territorio.
Il nostro Paese continua a posizionarsi al primo posto nella graduatoria negativa europea, seguito da Grecia (19,5%), Bulgaria (18,1%), Romania (17%) e Croazia (15,6%). Hanno un tasso di NEET più contenuto, invece, i Paesi Bassi (5,7%), la Svezia (7%), e Malta (7,4%).
La media europea è del 12,9%.

Questi i principali dati contenuti nella ricerca “Il silenzio dei NEET. Giovani in bilico tra rinuncia e desiderio”, lanciato oggi da UNICEF nell’ambito del progetto NEET Equity, selezionato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale nell’ambito dell’Avviso “Prevenzione e contrasto al disagio giovanile”.
Essere NEET, ovvero non studiare, non lavorare, né seguire percorsi di formazione è una condizione di disagio ed esclusione sociale, che priva i ragazzi e le ragazze di una possibilità di futuro, lasciandoli indietro: il NEET è un indicatore di una qualità della vita insufficiente. Con questo progetto vogliamo migliorare la capacità di un territorio di fare sistema nel costruire politiche attive partecipate a favore dell’inclusione dei giovani NEET e valorizzare e dare forza alle potenzialità, spesso inespresse, che hanno tanti giovani in questa situazione”, ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia, Francesco Samengo.

IL PROFILO DEI NEET IN ITALIA
Il 47% ha un’età compresa tra i 25-29 anni, il 38% tra i 20-24 anni e il restante 15% tra i 15-19 anni; la maggior parte ha conseguito il diploma di scuola secondaria superiore (49%), il 40% ha livelli di istruzione più bassi, l’11% sono laureati. Il 14,5% dei giovani NEET è straniero. Nel Nord Italia sono il 15,5% dei giovani, nel Centro il 19,5% e nel Sud si arriva al 34%. Il 41% è in cerca di prima di occupazione, il 19,5% è indisponibile (per i ¾ donne impegnate in attività accuditive/maternità, molte sono straniere); 25% in cerca di opportunità (in maggioranza maschi; alta la quota di under 20), 14,5% disimpegnati.

UNO SGUARDO AI TERRITORI
Quello dei Neet è un fenomeno diffuso soprattutto al Sud, dove il record negativo va alla Sicilia con un’incidenza del 38,6% sulla popolazione, la seguono la Calabria con il 36,2%, la Campania con il 35,9%, la Puglia con il 30,5% e la Sardegna con il 27,5%.
Quanto alle singole città, Napoli si colloca al 10° posto su 107 province italiane con il più altro indice di NEET, con un’incidenza del 37,6% sulla popolazione cittadina giovanile; Taranto al 19° posto su 107 con il 33,4% di NEET; e infine Carbonia si colloca al 12° posto su 107 con il 36,6% di NEET.

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