ECCO COSA STA SUCCEDENDO NEL MAR ROSSO. DALLA CRONACA DI AL JAZEERA
Forse sono due i siluri che hanno colpito la nave petroliera iraniana Sabiti nel Mar Rosso. La National Iranian Tanker Company (NITC), la compagnia statale cui la nave cisterna appartiene, ha dichiarato in una nota che lo scafo della nave avrebbe subito due esplosioni separate, a circa 60 miglia dalla città saudita di Jeddah, il più grande porto del Mar Rosso.
Attacchi missilistici
La stessa compagnia ha anche avanzato l’ipotesi che le esplosioni – una alle 5 e l’altra alle 5:30, ora locale – siano state “causate probabilmente da attacchi missilistici”.
“Tutto l’equipaggio è al sicuro e anche la nave è stabile”, continua nella nota l’NITC, aggiungendo che il personale di bordo sta cercando di riparare il danno e che, a differenza dI quanto riportato in un primo tempo dagli organi di stampa, non ci sarebbe nessun incendio a bordo.
“Gli esperti ritengono che sia stato un attacco terroristico”, ha riferito l’Agenzia iraniana ISNA, ma al momento non c’è nessuna rivendicazione.
La nave attaccata viaggiava a pieno carico
Zein Basravi, corrispondente di Al Jazeera da Teheran, riporta che dal sito web TankerTrackers.com risulta che la nave cisterna viaggiava a pieno carico con un milione di barili di petrolio, “sulla rotta della Siria”.
Non solo. Basravi afferma che “questa è la terza volta negli ultimi sei mesi che una nave cisterna iraniana è stata sabotata in queste acque”.
Intanto, mentre scriviamo, il prezzo del petrolio è aumentato del 2%.
Attacchi misteriosi
Sono numerosi gli attacchi alle infrastrutture petrolifere nel Golfo che si sono verificati negli ultimi mesi, col crescere della tensione in Medio Oriente.
L’incidente di venerdì, in particolare, arriva dopo le accuse degli gli Stati Uniti all’Iran di aver attaccato due petroliere nel Golfo di Oman, vicino allo stretto di Hormuz, a giugno e luglio, accuse che Teheran nega.
Gli accordi nucleari
Le relazioni tra Washington e Teheran sono costantemente peggiorate dal ritiro degli accordi nucleari del 2015, avvenuto l’anno scorso da parte del Presidente USA Donald Trump che ha poi ristabilito le sanzioni paralizzanti nei confronti del settore petrolifero e bancario dell’Iran, in quella che si definisce una campagna di “massima pressione”.
Attacchi nello stretto di Hormuz
Da qui gli incidenti si sono susseguiti piuttosto numerosi: misteriosi attacchi alle petroliere vicino allo Stretto di Hormuz, un drone di sorveglianza militare statunitense abbattuto dall’Iran, e poi l’episodio dei due droni che hanno colpito le strutture petrolifere saudite di Aramco il 14 settembre scorso, arrestando circa il 5% della produzione mondiale di petrolio.
Diversi paesi hanno incolpato l’Iran per quegli attacchi, primi Riad e Washington, ma Teheran ha sempre negato qualsiasi responsabilità.
Traduzione e adattamento Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.