Consulenti, roba da sturm und drang

Pensavo di essermi un po’ perso. Perso qualcosa, in questa breve stagione di ripensamenti, riposizionamenti, addirittura cambiamenti e… ricambiamenti alla ricerca del tempo che fu, del capo che fu, della poltrona che fu. Del ritorno al futuro. Vabbè, pensavo di essermi perso qualcosa, con quell’uno vale uno, e quell’eco dello slogan: onestà, onestà. Avevo lasciato con il Pd di don Matteo, il Renzi, vaso di coccio fra tanti vasi di ferro, o forse no, vaso di ferro fra tanti vasi/teste di coccio. Oppure no, perché per un periodo è passato persino per “Renzi, chi era costui”. Poi, in verità, mai domo è risalito prepotentemente a galla, proprio come quelle cose che ogni tanto, ad onta dei depuratori – che funzionano e triturano, eh -, capita di incontrare in mare durante il bagno. E… non affondano mai. Perché il Pd, quello di  don Matteo da la Leopolda, allora era quasi tutto renziano. Quasi, dicevo tranne qualche resiliente sacca di resistenza curda. In Liguria e a Genova. Un vecchio sistema di potere contro il nuovo che voleva mandarli in casa di riposo o in soffitta. Il Pd di allora, comunque, quello pre referendum somigliava tanto alla gioiosa e giocosa macchina da guerra citata un dì da Achille Occhetto. Quello della svolta, quello della Bolognina. Che poi, essendo gioiosa e giocosa si è rotta, andando in frantumi insieme al suo potere, al suo sistema di potere. Naturalmente ereditato da altri, antichi sodali, alleati maestri del fuoco amico.

Senonchè dopo la svolta a destra in Liguria, quella che ha mandato a casa, pardon, poi in parlamento la “Sora Lella” Paita, renziana, e nel buen retiro campagnolo il suo mentore Burlando Claudio, ex sindaco, ex inquisito, ex ministro delle infrastrutture, ex parlamentare, ex Governatore, ovviamente renziano della prima e seconda ora, ho pensato che quel sistema di potere fatto di conoscenze, incarichi, imprenditoria e costruttori, pronti a mettere mano al portafoglio e a foraggiare fondazioni, più o meno culturali, più o meno politiche, fosse ai titoli di coda.

E mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo. Con il delfino del cavalier Berlusconi da Arcore, quel Giovanni Toti da Bocca di Magra (Ameglia), paracadutato in Liguria dopo un’esperienza come giornalista e poi come parlamentare europeo, pensavo, illudendomi, che quel sistema, ben oliato, perfettamente marciante, economicamente e politicamente, sarebbe stato messo da parte. Poi, però, dopo il “Maestrale” è venuto “Change”, perfetta sintesi a metà fra una voglia di cambiamento e la vecchia logica del cambiavalute. Dello scambio di favori e cortesie e il passaggio di denaro. La politica ha bisogno di denaro. In fondo è così da sempre. Non bastano gli ideali. Cioè, gli ideali forse basterebbero, ma il risultato solitamente è tanta fame. E poca fama. Se non quella dello stupido. Perciò ho iniziato a dubitare. Prima un sindaco/tecnico, con solida preparazione maturata prima in Kodak e poi negli Stati Uniti. Con designazione, veda un po’ lei…, a Chairman of the Board and Chief Executive Officer che, nella nostra madre lingua, significa più semplicemente Amministratore Unico di Liguria digitale, azienda gestita con criteri e logiche privatistiche, anche se a partecipazione pubblica (99,5 per cento della Regione Liguria). Infine catapultato sulla scena politica come candidato sindaco, su indicazione del leghista Edoardo Rixi, ex sottosegretario alle infrastrutture del governo giallo oro. Già, la politica in mano ai tecnici, dal professore e Senatore a vita Mario Monti sino al professor Giuseppe Conte, uno e bino.

E poi, a cullare la mia segreta speranza di cambiamento, dopo l’elezione di Bucci, il 27 giugno 2017, quella dichiarazione di insediamento: “Saro’ il sindaco di tutti”, e quella lunghissima teoria di saggi, super saggi, ambasciatori di Genova nel mondo – ma tutti a costo zero e senza portafogli – di cui ho perso il numero, oltreche’ le tracce. Per un po’ di tempo è andata, o sembrava essere andata così. Con nomi eccellenti, o soltanto noti, e qualcuno saldamente posizionato a sinistra, e poi riposizionato. Dalla scienza alla cultura, tanto per citare due ambiti. Che, non si sa mai, in nome di quella prassi tutta italiana del “si deve pur mangiare” e del “tengo famiglia”. Eppero’ a costo zero.

Sino a che non sono inciampato in due casi distorsivi e almeno un po’ contraddittori rispetto agli enunciati tanto strombazzati.

Almeno due. E non uno soltanto che potrebbe confermare l’eccezione che, come si dice, fa la regola.

E il primo è veramente singolare. Lo racconta in un suo lungo post Alessandro Terrile, ex segretario provinciale del Pd eletto per il rotto della cuffia consigliere comunale. Spiega Terrile:
“CONSULENTE DELLA CONSULENTE. L’Agenzia per la Famiglia nasce a dicembre 2017 con una Determina dirigenziale che affida un incarico di consulenza gratuita all’avv. Simonetta Saveri per tutta la durata del mandato del Sindaco.
Doveva attivare sostegni economici per le giovani coppie e i nuovi nati.
Per ora il sostegno è arrivato alla sua Responsabile, cui il Comune ha assegnato nel settembre 2019 un compenso annuo di 10.400,00 euro. Ho chiesto delucidazioni alla Giunta sulle ragioni della trasformazione del rapporto da gratuito a oneroso. La risposta dell’assessore Fassio ha dell’incredibile. La responsabile dell’Agenzia per la Famiglia non gode di alcun compenso. Però il Comune ha deciso che serviva un supporto giuridico all’Agenzia, e ha scelto proprio l’avv. Saveri, assegnandole il compenso.
Quindi la responsabile dell’Agenzia della Famiglia è nello stesso tempo consulente gratuito del Comune e consulente a titolo oneroso dell’Agenzia diretta da sé stessa.
È un espediente degno della peggiore politica, che pensa di conservare consenso erogando fiumi di consulenze. Con denaro dei cittadini”.

Volevo archiviare il tutto sotto alla voce “L’eccezione che fa la regola”, poi sono incappato, scartabellando un po’, in un’altra vicenda, probabilmente un’altra eccezione, che comunque metterebbe a dura prova non solo la regola ma anche gli enunciati annunciati da Bucci.

Quello di Guido Conforti, vicedirettore di Confindustria. Intendiamoci, Conforti ha un Cv lungo così: “Vice Direttore Responsabile Centro Studi, Responsabile Innovazione, Ricerca e Territorio,Responsabile Servizio Innovazione, Ricerca e Finanziamenti settore Responsabile Servizio Progetti e Infrastrutture, Segreteria Gruppo Territoriale del Tigullio, Segreteria della Sezione Automazione, Elettronica e Telecomunicazioni, Segreteria della Sezione Grande Distribuzione,Segreteria della Sezione Informatica, Segreteria della Sezione Servizi Immobiliari”. Un curriculum tale per cui lo si direbbe l’uomo giusto al posto giusto. Il suoersaggio di turno. Ma non a costo zero. Lo si evince da una delibera che cito”

OGGETTO: AFFIDAMENTO DIRETTO, AI SENSI DELL’ART.36, COMMA 2, LETTERA A), DEL D.LGS. N.50 DEL 2016, AL DOTT. GUIDO CONFORTI DEL SERVIZIO DI SUPPORTO TECNICO-SPECIALISTICO PER LE INIZIATIVE DI SVILUPPO ECONOMICO FINALIZZATE ALLA PROMOZIONE, L’INSTAURAZIONE E IL CONSOLIDAMENTO DI RAPPORTI E RELAZIONI CON GLI INVESTITORI – IMPEGNO DI SPESA € 39.500,00 – CUP B39D19000030005 – CIG Z3629D0421”. Senior. Alla quale aggiungo per dovere di cronaca qualche altro dato: “AFFIDAMENTO DIRETTO AI SENSI DELL’ART. 36, COMMA2,LETT.A) D.LGS. N. 50 DEL 2016 AL DOTT. GUIDO CONFORTI DEL SERVIZIO DI SUPPORTO TECNICO SPECIALISTICO PER LE INIZIATIVE DI SVILUPPO ECONOMICO FINALIZZATE ALLA PROMOZIONE, L’INSTAURAZIONE E IL CONSOLIDAMENTO DI RAPPORTI E RELAZIONI CON GLI INVESTITORI – IMPEGNO DI SPESA EURO 39.500,00. Importo: Sottosoglia comunitaria. Riferimenti: RUP FEDERICA CEDRO. Settore: Direzione Pianificazione Strategica, Smart City, Innovazione d’ Impresa e Statistica. Termine di scadenza:  31/12/2019”. C’è da chiedersi, in vista della prossima data di scadenza, se l’incarico verra’ confermato, o meno.

E, comunque, la vicenda, in ogni caso fa il paio con il recente dimissionamento dell’assessore allo sviluppo Economico Giancarlo Vinacci, con delega che il sindaco Marco Bucci si è autoattribuito. Uscito dalla finestra per rientrare prepotentemente dalla porta. Ma a costo zero. Spiega l’ufficio stampa del Comune in un comunicato: “Giancarlo Vinacci è stato indicato dal Sindaco Marco Bucci quale Senior advisor economic development, designato per partecipare ad eventi di networking di interesse per la città. La collaborazione avrà durata di un anno, con la possibilità di proroga per un periodo non superiore al mandato del Sindaco, e sarà a titolo gratuito.

Vinacci si occuperà di seguire per il Sindaco eventi e azioni di interesse strategico per la città come Green economy, Silver economy e la 65esima edizione dell’Assemblea generale dell’Ata, Atlantic Treaty Association, che si terrà a Genova dal 6 all’8 novembre in concomitanza con il settantesimo anniversario del Patto Atlantico. <<Come preannunciato nelle scorse settimane ho chiesto a Giancarlo Vinacci di continuare la sua collaborazione con l’amministrazione comunale su temi che ha saputo sviluppare con successo durante la sua esperienza di assessore allo Sviluppo economico – spiega il Sindaco Marco Bucci -. Sono molto lieto che abbia accettato di continuare a dare il suo apporto per il progetto di cambiamento della città iniziato insieme oltre due anni fa>>. <<Le linee di sviluppo della città oggi sono più chiare e definite che negli anni passati – commenta Giancarlo Vinacci -, oggi sappiamo in quali settori negli anni a venire cresceranno i posti di lavoro: dare continuità al lavoro avviato è un dovere per la città, per i giovani genovesi e per chi vorrà venire a stabilirsi qui>>”.

Un atteggiamento distonico della pubblica amministrazione che lascia perlomeno qualche perplessità. Almeno sulle enunciazioni post-insediamento del sindaco Marco Bucci. Perché si pagano, eccome i consulenti, addirittura sfruttando uno stratagemma discutibile come nel caso della consulente della consulente. E poi si dimissionano assessori facendoli rientrare nel giro di qualche settimana dalla porta principale. Ma si badi bene, in omaggio alla regola, a costo ed emolumenti zero.

E poi c’è lo sturm und drang, che ho citato nel titolo dell’articolo come se si trattasse di una sorta di tormentone romantico, fra utopia e misera realtà. E con quella irritante sensazione che tutto cambi perché nulla cambi. Al tempo delle giunte di sinistra l’opposizione di centrodestra era solita criticare e flagellare la maggioranza per quelle consulenze a pioggia che avevano l’obbiettivo, nemmeno troppo recondito, di foraggiare amici e amici degli amici compiacenti.

E così c’è lo “sturm und drang” ovvero “tempesta e impeto” alla ricerca del superomismo antiilluminista – il potere del genio su quello della ragione -. Non a caso prende il  nome dal dramma Wirrwar (caos), pubblicato nel 1776 da Maximilian Klinger. L’espressione spregiativa Sturm und Drang attribuita all’allora celebre Genieapolist, l’apostolo del genio sturmuriano, si deve a Christhop Kauffmann (1751-1795), che ribattezzò la Wirrwarr di Klinger in, appunto, Sturm und Drang, non senza lasciar intendere un giudizio negativo visto che il desiderio di rivalsa non si tradusse però mai in una seria attività politica, né sfociò in un movimento organizzato e socialmente valido, ma rimase sempre e solo sulla carta. Eggià, caos, è un  movimento che rimase sempre e solo sulla carta. Enunciati annunciati, mai messi in pratica compiutamente. Con la politica da destra a sinistra, e da sinistra a destra sempre simile a se stessa. Per non smentirsi mai.

Infine al di là dello sturm und drang c’è l’imponderabile, il destino, di natura divina. Capita a caso, oppure no… frutto dell’imponderabile di vedere una carta d’identità di Gesù, postata da Radio Maria l’8 ottobre alle 15:11. Frutto di non si sa dell’immaginazione perversa, giocherellona o addirittura un pelino blasfema. Ovviamente “Cognome: Nazareno, nome: Gesù, ovviamente. Nato ovviamente il 25 dicembre dell’anno 1. Cittadinanza vaga… cielo e terra e in ogni luogo. Residenza: regno dei cieli, via del Paradiso. Stato civile: Figlio di Maria, professione: fratello del mondo. E poi giù con i connotati. Statura alta, capelli divini, occhi pieni di luce. Segni particolari: è salvezza per tutti, è pane per la nostra fame; è vino per la nostra festa.

Il resto lo tralascio che tanto c’è la foto. Poco sopra. Anche lui, probabilmente comunicatore e consulente di immagine in questo mondo dominato dai social. Verrebbe da dire, senza aspirazioni profanatorie: divino. Oppure… consulente globale per conto di Dio. E, ovviamente, a costo zero.

Giona

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta