Depositi Multedo: presentate alla chetichella le bozze dei piani di emergenza esterna

Genova – Sono state presentate martedì scorso, in una sala della Scuola Musicale “Giuseppe Conte”, le bozze dei piani di emergenza esterna (PEE) di Carmagnani, Superba, Porto Petroli ed Eni Pegli.

Attesi dal 2015, data di scadenza delle vecchie disposizioni, i PEE sono quei documenti che contengono le procedure, condivise con la popolazione, per ridurre o mitigare gli effetti di un incidente industriale sulle aree esterne al perimetro di uno stabilimento a rischio di incidente rilevante (RIR).
Eppure martedì, in quella che doveva essere una consultazione pubblica, il particolare della condivisione con la popolazione non sembra aver attirato la giusta attenzione delle istituzioni.

“Non eravamo in tanti e non abbiamo neanche detto la nostra”, denuncia il Comitato Quartiere Multedo. Ma cosa non è andato giù agli abitanti di questa delegazione, stretta tra 4 stabilimenti a rischio RIR?
“L’incontro non è stato pubblicizzato – precisano -, solo il Municipio ci ha mandato una mail perché siamo il comitato di quartiere e noi ci siamo attivati in fretta e furia per informare la popolazione, stampando e attaccando volantini di qua e di là. Ma doveva essere qualcun altro a pensarci”.
A questo si somma il fatto che in realtà il Municipio VII Ponente, dove l’unità urbanistica di Multedo ricade, non è stato neppure avvisato e il suo Presidente, Claudio Chiarotti, ha presenziato alla riunione in qualità di privato cittadino, dopo aver saputo dell’incontro per vie traverse. “Quando ho scoperto la data, ho invitato io i comitati locali”, ci ha detto per telefono il Presidente, a conferma del fatto che qualcosa non ha funzionato.

Stabilimenti a rischio RIR nel Municipio VII

Carenze che non ci volevano in un momento così delicato, e soprattutto viste le novità portate dai PEE. Per Superba, ad esempio, non è più contemplato il rischio incendio all’esterno dello stabilimento: “Ci è stato detto che il rischio è contenuto all’interno dello stabilimento”, precisa il comitato che poi ci fa notare come “i pochi eletti che erano presenti alla riunione di martedì, hanno ricevuto una brochure della Protezione Civile che aspettavamo dal 1997“.

Un tempismo perfetto vista anche la proposta di delocalizzazione ventilata dal Sindaco: perché predisporre un incontro in fretta e furia per dei piani scaduti nel 2015, che prevedono un inquadramento del territorio per quel riguarda viabilità, fiumi, fasce esondabili, se i depositi se ne dovranno andare?
“Appunto, è quello che ci siamo chiesti anche noi – rispondono preoccupati gli attivisti del comitato -. Lunedì 7, il giorno prima di questo incontro, eravamo nella sala del Municipio con l’assessore Matteo Campora per altre problematiche di Multedo e qui ci è stato detto che ci sarà una nuova commissione sulla delocalizzazione dei depositi, che prenderà una decisione definitiva entro novembre, e che non accetteranno proteste. Al che, viste le difficoltà di trasferimento perché giustamente gli altri quartieri non li vogliono, gli abbiamo proposto di delocalizzare i cittadini“.

Una provocazione, certo, ma che ci dà la misura di quanto il vaso, a Multedo, sia traboccato.
Perché non ci sono solo Carmagnani, Superba e il Porto Petroli.
C’è la puzza di idrocarburi che appesta l’aria. Ci sono le criticità del casello autostradale e del suo svincolo provvisorio, “provvisorio da più di cinquant’anni”. Ci sono i treni-bomba sotto le finestre, carichi di materie chimiche potenzialmente infiammabili e tossiche, che sostano tutta la notte in mezzo alle case. 
“Speriamo che non succeda nulla. Noi a Multedo siamo cintura nera di speranza”.

Simona Tarzia

DOCUMENTI SCARICABILI:
PEE SUPERBA
PEE CARMAGNANI

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.