Genova – Con le prime piogge arriva la paura. Lo sanno bene i commercianti di Fegino che martedì hanno subìto i primi allagamenti della stagione. L’acqua dei rii Galano e Bordello, che corre lungo la costiera del paese e arriva nella “piscina naturale” di via Ferri, all’altezza del nuovo ponticello che incrocia corso Perrone, ha invaso i magazzini del negozio di serramenti, quelli del fruttivendolo e la parrucchiera.
Qui già l’alluvione del 2014 aveva picchiato duro e la messa in sicurezza del rio Fegino, che non è ancora completa perché i lavori del II lotto alla roggia Rolla che dovevano terminare l’1 ottobre 2018 non sono neppure iniziati, non rassicura più di tanto.
A preoccupare è il fatto che la minaccia non arriva solo dal cielo ma anche dal basso, dai tombini. Sempre tappati. E l’acqua, si sa, se non trova sfogo nelle caditoie prende altre strade. Quella delle fogne, ad esempio.
Ce lo racconta Ketty, la parrucchiera storica della delegazione: “Quando c’è lo stato di allerta arancione io chiudo il negozio perché non voglio fare la fine del topo qua dentro. Nel 2014 abbiamo avuto più di un metro d’acqua in negozio, io sono terrorizzata”.
E l’acqua non entra solo dalla porta. Sentite cosa ci ha detto: “Il problema per me è anche la fogna. Quando sale l’acqua, arriva dal gabinetto e non solo dalla porta. Noi paghiamo le tasse come tutti, e vorremmo che questi tombini avessero un po’ di manutenzione. È già successo che sono dovuta scappare insieme ai clienti! Ora abbiamo il terrore dell’acqua e non è possibile vivere così per lavorare“.
In Italia la paura della pioggia è una responsabilità diffusa. Se la spartiscono da sempre i politicanti, le amministrazioni, i costruttori e tutti i menefreghisti che negli anni hanno interrato fiumi, costruito al ribasso, risparmiato sui materiali e intascato più soldi.
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.