Genova – Era stato licenziato perché aveva problemi di salute il dipendente di AMIU Bonifiche che ieri è stato reintegrato in azienda. “Grazie all’intervento dell’Assessore Campora, ricomincerà a lavorare dal 4 novembre – precisa Fabrizio Nigro dell’RSU AMIU Bonifiche -, ma il quadro generale dell’azienda è rimasto inevaso e siamo preoccupati per il futuro”.
L’incontro di ieri a Tursi, in commissione capigruppo, non ha sciolto i nodi fondamentali: AMIU Bonifiche è legata mani e piedi alle scelte di AMIU che decide il calendario degli interventi da effettuare. In più, essendo anch’essa in house, per la riforma Madia non può rivolgersi al mercato. Quindi il succo del discorso è che se non ci sono interventi calendarizzati non si lavora.
“Noi siamo azienda in house del Comune di Genova – continua Nigro – legata per l’80% a lavorazioni che ci deve dare AMIU. Se il meccanismo salta, salta tutto. Questo anche perché la nostra forza lavoro, con un età media che supera i 50 anni, non è competitiva”.
E che il meccanismo possa saltare non è una novità. È successo recentemente con Scarpino, causando un buco di 600.000 euro nel bilancio di AMIU Bonifiche.
Non solo.
Il diserbo, storicamente effettuato da AMIU Bonifiche, è stato affidato ad A.S.Ter che lo esternalizza!
“Questa è stata un’operazione che definire cavillosa e oscura è poco – spiega Nigro -. Per anni i lavoratori hanno svolto questa mansione poi l’anno scorso la Giunta ha deciso di rendere più strategico il servizio, nella sua visione, affidandolo ad A.S.Ter che però, nonostante le dichiarazioni dell’ex assessore Fanghella, è stato esternalizzato”.
Il risultato? Ce lo racconta ancora Nigro: “Ora non si sa che mansione dare ai dieci lavoratori cui era affidato il diserbo, e in più le cooperative incaricate non hanno gli stessi nostri criteri di qualità e puntualità sul territorio”.
Quindi? Per ora la risposta uscita da Tursi è che ci saranno delle Commissioni dedicate ad AMIU e AMIU Bonifiche per discutere di un futuro che i dipendenti vedono molto incerto: “Nel 2020 scade il contratto di servizio, in più c’è da costruire l’impianto di Scarpino per chiudere il ciclo dei rifiuti e non si sa ancora bene se sarà dato ad AMIU o a qualcun altro. E tutto questo per noi è fonte di enorme preoccupazione, lavorativa e salariale”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.