È notizia di oggi che Arcelor Mittal InvestCo Italy ha notificato ai commissari straordinari di ILVA la volontà di recedere dal contratto di acquisto del colosso siderurgico e di alcune sue controllate.
Secondo i contenuti dell’accordo del 31 ottobre 2018, Arcelor Mittal ha anche chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità delle attività di Ilva e dei dipendenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione.
Tra gli argomenti tirati in ballo dalla multinazionale angloindiana per giustificare il recesso ci sono i provvedimenti del Tribunale di Taranto, la perdita dello scudo legale per gli ex manager – caduto il 6 settembre con l’entrata in vigore la legge che ha abolito l’immunità ed eliminato la protezione legale necessaria alla Società per attuare il piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale -, e “altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà di ArcelorMittal, che hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto”.
Mentre scriviamo è in corso un vertice d’urgenza al Ministero dello Sviluppo Economico.
LA REAZIONE DELLA FIOM
Una decisione “inaccettabile”, commenta la segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David, che in una nota aggiunge: “Una decisione che assume un carattere grave per le conseguenze industriali, occupazionali e ambientali. È da tempo che noi evidenziamo forti preoccupazioni rispetto alla realizzazione dell’accordo. Il comportamento del governo è contraddittorio e inaccettabile: con il Conte 1 ha introdotto la tutela penale parallela agli investimenti e con il Conte 2 ha cancellato la stessa norma dando all’azienda l’alibi per arrivare a questa decisione”, continua Re David che poi all’azienda chiede di chiarire subito “quali siano le sue intenzioni rispetto dell’accordo e al piano di investimenti”.
L’ASSESSORE LIGURE ALLO SVILUPPO ECONOMICO BENVEDUTI: “CRIMINE DEL GOVERNO CONTRO IL LAVORO, ALTRO CHE ITALIA VIVA”
“Altro che Italia Viva. Ancora un po’ e l’Italia sarà definitivamente morta. I 5 stelle volevano chiudere Ilva e ci sono riusciti, con la complicità di Renzi e Zingaretti. Il ritiro di Arcelor Mittal è il risultato della colpevole incapacità del governo, un crimine contro il lavoro e un grande favore alla concorrenza franco-tedesca”. È il commento dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti all’annuncio del ritiro dall’acquisto dell’Ilva da parte di Arcelor Mittal.
“Siamo davanti a un vero disastro industriale, sociale ed ambientale – continua Benveduti -. E a pagare il conto salato delle azioni, delle omissioni e dell’incompetenza giallofucsia saranno gli italiani. L’ennesima sconfitta industriale di questo Paese: chi è politicamente responsabile di questo risultato rassegni le dimissioni immediatamente, perchè incapace di gestire questa vicenda. È da irresponsabili costringere al ritiro un investitore da oltre 4 miliardi di euro, volevano abolire la povertà e hanno creato miseria. La vicenda Ilva è solo l’ultimo passo, dopo molti casi industriali abbandonati, punto di non ritorno di un governo che aumenta tasse e mette sulla strada decine di migliaia di lavoratori. Mercoledì incontreremo i sindacati per concordare ogni forma di mobilitazione a difesa dell’industria italiana”.
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