Genova – Si torna a parlare dello spostamento del luna park dalla Foce alle aree ex-ILVA, un’ipotesi che fa infuriare i corniglianesi che chiedono il rispetto dell’Accordo di Programma che nel 2005 ha previsto, per quelle aree liberate dall’altoforno, un palazzetto dello sport e il parco urbano.
Tutto nasce dal fatto che la location storica della Foce sarebbe incompatibile con i lavori per il waterfront di Levante e dunque al 2020 diventerebbe operativo lo sfratto annunciato dal Comune già alla fine del 2017.
Quindi cosa succederà? Ci saranno altre proroghe allo sgombero? Oppure l’anno prossimo andremo ai baracconi a Villa Bombrini?
Per fare chiarezza sulla vicenda e dare qualche risposta ai suoi concittadini, il consigliere comunale della Lega, Maurizio Amorfini, ha presentato oggi in Sala Rossa un articolo 54 – cioè un’interrogazione a risposta immediata – all’assessore al Commercio Paola Bordilli.
“L’assessore Bordilli ha risposto dicendo che ad oggi non è stata presa alcuna decisione – precisa Amorfini -, e ha inoltre assicurato che la soluzione cercata dal Comune non guarda a un’occupazione di due mesi e poi a lasciare nell’abbandono le aree fino all’anno dopo ma vedrà una vera riqualificazione”.
A Cornigliano c’è anche un altro problema: la zona che in teoria dovrebbe ospitare le attrazioni – e si parla di un parco divertimenti con 140 attrazioni – dal piano di bacino è considerata esondabile.
“In effetti c’è ancora da mettere in sicurezza la sponda destra del Polcevera – continua Amorfini -, e in generale ci sono ancora tanti interventi da fare in quell’area. E poi comunque i corniglianesi rivendicano il fatto che quell’area deve essere restituita al quartiere con attività utili al quartiere. Sicuramente il luna park non è una servitù, ma lì i corniglianesi si aspettano qualcosa di più”.
Staremo a vedere. Per quest’anno, dal 30 novembre al 12 gennaio, ci si potrà divertire alla Foce come ogni Natale.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.