Genova – Né i report sugli inquinanti, né le rilevazioni del rumore, né gli appelli dei residenti e neppure le diffide sono riusciti a spingere le istituzioni a un cambio di rotta su Lungomare Canepa che, a cantiere ormai praticamente chiuso, è diventata a tutti gli effetti un’autostrada in mezzo alle case.
E così, stanchi di essere abbondantemente ignorati, cittadini e Comitato hanno deciso di percorrere le vie legali “per tutelare la nostra salute”, precisa la Presidente del Comitato, Silvia Giardella, che poi aggiunge: “Abbiamo atteso a lungo delle risposte che non sono mai arrivate. Questo ci allarma perché si parla di salute e non di un capriccio. E infatti stasera saremo un centinaio di persone qui alla presentazione dell’impianto della causa da parte del nostro legale, Alessandra Costa, per chiedere con forza la costruzione della galleria fonoassorbente, l’unica soluzione concreta e accettabile”.
Causa che avrà come nodo centrale due importanti rischi ambientali che minacciano la salute di chi abita in Lungomare Canepa: l’inquinamento acustico e quello atmosferico. Monitorati tanto da Arpal che dalle centraline autofinanziate dal Comitato, i dati sono stabilmente sopra la media, “allarmanti” li definisce Giardella che spiega: “Il biossido di azoto (NO2), ad esempio, è a livelli tali da superare le concentrazioni di Pechino. La media è di 57 μg/m3, laddove il limite annuale per la protezione della salute è 40 μg/m3. Abbiamo stimato che, se anche da oggi alla fine dell’anno la media fosse 28 μg/m3, non riusciremmo comunque a mantenerci sotto soglia”.
“La salute non è un gioco“, continua la Presidente che alla domanda su un’eventuale richiesta di risarcimento sottolinea che l’urgenza è tutelare la salute: “Non volevamo arrivare a questo ma tante persone che conosco si stanno ammalando più frequentemente, hanno problemi respiratori. Chiediamo che la nostra salute sia tutelata. A un risarcimento penseremo dopo. Ma è certo che i nostri immobili non valgono più nulla”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.