Processo Cucchi: la soddisfazione di Amnesty per la condanna dei due carabinieri responsabili del pestaggio

AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA ESPRIME SODDISFAZIONE PER LA SENTENZA EMESSA DALLA PRIMA CORTE D’ASSISE DI ROMA AL TERMINE DEL “PROCESSO BIS” SULLA MORTE DI STEFANO CUCCHI

Roma – Due dei carabinieri imputati, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale, gli altri due a pene minori per falso, compreso Francesco Tedesco che era diventato testimone dall’accusa.
Una sentenza, quella pronunciata ieri dalla Prima Corte d’Assise di Roma, che arriva a dieci anni di distanza dalla morte di Sefano Cucchi, deceduto all’Ospedale Sandro Pertini per le conseguenze di un pestaggio in caserma.
La sentenza è di grande importanza. Non solo restituisce dignità a Stefano Cucchi che per anni, insieme alla sua famiglia, è sembrato essere imputato della sua stessa morte. Soprattutto, conferma che Stefano ha subito gravissime violazioni dei diritti umani delle quali oggi, dopo dieci anni, si certificano sul piano giudiziario precise responsabilità“, ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
 
“A un certo momento di questi lunghi anni, il clima intorno alla ricerca della verità sui responsabili della morte di Stefano Cucchi è cambiato: grazie alla caparbietà e al coraggio della famiglia Cucchi e del loro avvocato e grazie anche a chi finalmente ha deciso di collaborare a quella ricerca. Quel momento è stato un passaggio fondamentale. Resterà poi da capire, e non sarà cosa di poco conto, come e perché il muro dell’impunità abbia potuto reggere così a lungo“, ha concluso Noury.

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