Crisi Arcelor-Mittal, Toti: “Importante segnale del Presidente Mattarella, la politica industriale non si fa nelle aule dei tribunali”

ARCELOR-MITTAL: DALLA MAGISTRATURA ARRIVA LO STOP ALLO SPEGNIMENTO DELL’ALTOFORNO MA INTANTO I LAVORATORI COMINCIANO A RESTARE A CASA. È SUCCESSO A TRE INTERINALI DELLO STABILIMENTO DI CORNIGLIANO

Genova – Il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, insieme all’assessore regionale allo Sviluppo economico, Andrea Benvenuti, hanno ricevuto questa mattina i rappresentanti dei lavoratori per fare il punto sulla situazione di Arcelor Mittal alla vigilia del Consiglio regionale monotematico convocato per domani e dell’incontro al MISE con il ministro Patuanelli fissato per giovedi.
Presenti anche tre giovani lavoratori interinali che hanno il contratto in scadenza e, al momento, senza possibilità di rinnovo.
“Sono il simbolo concreto di un’opportunità che si trasforma in qualcosa di molto diverso a causa delle cattive scelte della politica”, ha detto il Presidente Toti che ha ribadito il pieno sostegno ai lavoratori. “Siamo determinati a fare il possibile perché Genova resti una delle grandi città industriali del nostro paese e la Liguria resti una culla di imprese, come è stata per tanti decenni – ha proseguito Toti – Con il sindaco Bucci chiederemo al ministro Patuanelli le garanzie necessarie perché Genova faccia ancora parte del ciclo integrato a cui il paese non deve rinunciare: per il nostro capoluogo c’è la specificità di un accordo di programma da rispettare, che ha fatto una sintesi per la prima volta in Italia tra ciclo dell’acciaio e ambiente, tra riqualificazione industriale e occupazione. È una particolarità che va tenuta alta e fatta ben presente alla politica nazionale che, se mi è consentito, appare un po’ allo sbando in questo momento”.

“Con le organizzazioni sindacali – ha detto ancora Toti – abbiamo apprezzato l’intervento di Mattarella su questa crisi: è la prima volta che un Presidente della Repubblica riceve i rappresentanti dei lavoratori su una specifica crisi industriale, una circostanza che dovrebbe significare a tutti l’importanza della posta in gioco. D’altra parte in pochi mesi nei capannoni dello stabilimento genovese sono passati un Presidente della Repubblica e un Pontefice, cosa che non accade proprio ovunque. Le acciaierie di Taranto, Genova e Novi sono un pezzo della storia industriale di questo paese e intorno a questa vertenza ruota qualcosa di più alto, la volontà dell’Italia di rimanere una potenza industriale”.

“Alcune notizie sui giornali di oggi – ha precisato Toti – come lo stop allo spegnimento dell’altoforno da parte della magistratura, sono singole, piccole buone notizie che ci fanno guadagnare un po’ di tempo ma contemporaneamente, nel complesso, pessime notizie del fallimento di una politica che lascia che si discuta della sorte e del prodotto interno lordo del paese, dei suoi livelli occupazionali nelle aule dei tribunali. Ripartiamo da dove eravamo rimasti: il Governo e questa maggioranza politica in parlamento devono ripristinare lo scudo legale, devono aprire un tavolo con Arcelor Mittal ed evitare di fornire pretesti a una multinazionale che legittimamente fa i suoi interessi, che in parte possono coincidere con gli interessi del nostro paese e in parte divergere”.

“I lavoratori dell’ex Ilva – è intervenuto l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – al pari di quelli delle molte crisi aziendali sempre aperte, (ricordiamo in particolare quelle di Piaggio Aerospace e Bombardier), meritano una politica industriale chiara e definita a medio-lungo termine. È dovere di ogni amministratore avere una visione strategica verso la quale gestire il presente e costruire il futuro, ponendo l’interesse nazionale al primo posto delle scelte governative. Non possiamo permetterci il disastro economico e sociale che si prospetta. I lavoratori e gli italiani tutti non devono pagare l’incompetenza e l’opportunismo di alcuni”.

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