Genova – Una valle in difficoltà, invasa dall’acqua e quotidianamente impegnata a ricucire le ferite provocate dal crollo del Morandi. Troppi anni di abbandono istituzionale nei confronti di una Città nella Città, perchè di questo si tratta, che ha sopportato l’inquinamento industriale e con l’arrivo della crisi economica, anche l’abbandono di molti poli produttivi che hanno creato disoccupazione e disagi. Una popolazione e un territorio usa e getta, che ancora oggi ha zone totalmente deserte, in attesa di riqualificazione da anni. La Valpolcevera e il Ponente genovese sono state spremute fino al collasso, urbanistico e sociale. E oggi, delle scelleratezze passate e di quelle attuali paghiamo il conto.
Un territorio da mettere completamente in sicurezza, e va fatto subito, appena questa maledetta allerta passerà. Non c’è più tempo, non ci sono più scuse. I soldi vanno trovati e messi immediatamente a disposizione dei cittadini per la loro sicurezza.
I progetti di parchi urbani sono anacronistici di fronte alle urgenze di un territorio che frana e si allaga ogni volta che piove. Abbiamo un sogno nel cassetto, ed è quello di vedere i Comitati dei cittadini sul palco e i politici seduti in prima fila, in silenzio, ad ascoltare e imparare quello che si deve fare per mettere i territori in sicurezza. Il tempo della propaganda è affogato nella pioggia di questa allerta rossa.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.