Genova – O il nudo o i soldi. L’ultimatum arriva la sera prima del debutto del “Narcissus”, in scena a Genova per il Festival dell’Eccellenza al femminile. Una doccia fredda per la compagnia teatrale che si è trovata a dover decidere se tagliare il passaggio del nudo maschile dallo spettacolo e intascare lo stipendio, o lavorare gratis per mantenere forte e intatto il suo messaggio Queer.
Una scelta difficile per il giovane regista, Gabriele Paupini, che alla fine ha optato per uno stratagemma: lasciare l’attore in mutande ma poi salire lui stesso sul palco a raccontare la scena e denunciare la censura.
“Quello che abbiamo capito dalle spiegazioni un po’ confuse di una collaboratrice di Consuelo Barilari, la direttrice artistica del Festival, è che la stampa nazionale di destra ha attaccato il Festival – ci spiega Paupini che abbiamo raggiunto al telefono -, e si temeva che mostrare la scena incriminata potesse creare ulteriori attacchi, potesse creare uno scandalo”.
Un’offensiva puramente politica e infatti continua Paupini: “Non è che la direzione artistica avesse un problema col nudo in generale, peraltro ampiamente annunciato. È stata la destra che in questo momento è al governo a Genova a sollevare la questione“.
Lo conferma la stessa Barilari che non più tardi di ieri ha dichiarato alla stampa: “Hanno minacciato l’annullamento del Festival e il programma è stato attaccato in ogni punto dalla stampa nazionale di destra e, in sede di consiglio comunale e regionale, da Lega e Fratelli d’Italia“.
Peccato però che la direttrice non si sia chiarita direttamente con il regista: “Ho lanciato la nostra denuncia anche sui social, ma non ho ricevuto nessuna replica da parte del Festival, nessuna spiegazione. Silenzio assoluto. Io Consuelo Barilari, nei due giorni in cui sono stato a Genova, non l’ho neanche mai vista. Non è venuta neppure a vedere lo spettacolo“.
Un atteggiamento grave quello di far calare la mannaia della censura sul nudo artistico, manipolato e usato a tutti gli effetti come una chiusura politica, come se il messaggio critico degli stereotipi di genere in città facesse troppa paura: “Sono rimasto scioccato – continua il regista -, una cosa del genere non mi è mai capitata. Non me lo aspettavo nel 2019. Non me lo aspettavo a Genova“.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.