Simmo ‘e Napule paisà. L’Italia che non mangia il panettone

Da ieri il presidente del Napoli calcio, Aurelio De Laurentiis è diventato brand identitario del nostro paese, nel senso che ne rappresenta a pieno psicologia, contraddizioni, inestetismi e persino croniche patologie psichiatriche. Ovviamente il calcio è vita, se non addirittura filosofia esistenziale, come ha sostenuto più di uno scrittore, e Aurelio De Laurentiis presidente della squadra di calcio per diletto produttore cinematografico per vivere ne rappresenta in tutte le sue sfaccettature cazzimma e follia.

Così, dopo qualche settimana di maretta, dopo aver perso la faccia ordinando ai suoi giocatori e al suo tecnico di andare in ritiro in seguito a una sconfitta ed essendo spernacchiato dagli stessi che si sono rifiutati, ha deciso di mandare il suo allenatore Carlo Ancelotti a casa. Nel senso di esonerarlo dell’incarico. Lui e il suo staff, del quale fa parte, come secondo allenatore, il figlio. Di Ancelotti, che non potrà essere altro che un piezz‘ ‘e core, oltre che un ottimo allenatore in seconda.

E, comunque Don Aurelio, tanto per non smentire le distorsioni di questo paese ha preso la decisione di risolvere il contratto dopo una bella vittoria in Europa della sua squadra sul Genk, modesta compagine belga, sconfitta con un sonoro 4 a 0. La piazza probabilmente voleva così. E Carlo Ancelotti, tecnico pacioso e plurititolato in Europa,  da signore qual è, si sottoposto di buon grado alla decisione del suo presidente.

Il comunicato della società Napoli Calcio è un trattato di diplomazia: “La Societa Sportiva Calcio Napoli ha deciso di revocare l’incarico di responsabile tecnico della prima squadra al signor Carlo Ancelotti. Rimangono intatti i rapporti di amicizia, stima e rispetto reciproco tra la società, il suo presidente Aurelio De Laurentiis e Carlo Ancelotti”.

Francesco Facchinetti, cantante e dj che ha avuto qualche notorietà televisiva come  cantante, compagno di Alessia Marcuzzi e poi di Aida Yespica, concorrente dell’Isola dei famosi, conduttore televisivo, ma soprattutto come “figlio dei Pooh”, proprio ieri sera al termine della giornata di Champions osservava con un pizzico di saggezza in un suo tweet “Ieri ho visto di tutto: l’Inter perdere con i pulcini del Barcellona, #Ancelotti venire esonerato dopo essersi qualificato agli ottavi. Dopo tutto ciò, oggi, potrei tornare a cantare e vendere un milione di copie…”.

Più o meno un’immagine surreale della realtà e del nostro sistema calcio che tanto bene rappresenta quello nazionale. In un paese che rischia sempre di deragliare e il digiuno del panettone dove un venditore di sogni in formato cinepanettone decide di comportarsi come negli incubi peggiori di un horror di basso livello. Che poi sono sempre gli stessi.

Giona

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