Prescrizione, i parenti delle vittime delle stragi italiane: “Non si possono lavare via i crimini”

Vissuto dai parenti delle vittime delle stragi italiane come l’ennesima beffa di uno Stato che non ce la fa neppure ad assicurare loro giustizia, sta finalmente per cambiare il regime della prescrizione.
Con la nuova legge che entrerà in vigore a gennaio 2020, infatti, il decorso dei termini si bloccherà dopo il primo grado di giudizio.

“Non possiamo pensare che dei crimini come quelli subiti dai nostri familiari possano essere lavati via dalla prescrizione”, dichiara la Presidente del Comitato ricordo vittime di ponte Morandi, Egle Possetti, ieri a Certosa per la cerimonia di accensione dell’albero di Natale dedicato ai morti del viadotto Polcevera.
Possetti, che insieme a tanti altri familiari delle vittime delle tragedie italiane fa parte del Coordinamento nazionale “Noi non dimentichiamo”, domani sarà a Roma “per partecipare alla conferenza stampa in Senato nella quale ribadiremo l’importanza di questa nuova legge. Gli innocenti dovranno essere assolti, i colpevoli dovranno essere condannati. Non può la prescrizione lavare via dei reati come questi, dove sono morte delle persone”.

Nel corso degli anni, la prescrizione ha colpito duramente i processi e potrebbe farlo ancora, cancellando così molti capi di imputazione per cui gli imputati dovrebbero essere giudicati: “La prescrizione ci assale e ci perseguita in tutte le fasi del giudizio e forse il mio processo non arriverà mai in Cassazione – precisa Adele Chiello Tusa, mamma di Giuseppe, in forza alla Guardia Costiera genovese e morto nel crollo della Torre Piloti -. Ma noi non facciamo questa battaglia per i nostri processi perché non ci rientriamo. Noi lo facciamo per tutti gli altri. Io lo devo a mio figlio e lo devo ai figli di quest’Italia che crolla“.

E a lottare affinché il Governo mantenga la parola sulla nuova legge ci sono proprio tutti: il Coordinamento nazionale “Noi non dimentichiamo” – il Comitato Matteo Valenti, Viareggio – le Vittime della scuola di S.Giuliano di Puglia – i Legami d’acciaio, familiari vittime Thyssen Krupp, Torino – l’Associazione 140 familiari vittime Moby Prince – il Comitato familiari Vittime casa dello studente, L’Aquila – Il mondo che vorrei, Viareggio – l’Associazione vittime Salvemini – l’Associazione 309 martiri dell’Aquila – il Comitato ricordo vittime Ponte Morandi, Genova – l’Associazione Ilva di Taranto – Adele Chiello Tusa, crollo torre VTS, Genova – le Macerie dentro e fuori, Avus 6 aprile per la vita, L’Aquila – la Fondazione 6 aprile per la vita, L’Aquila – l’Associazione Anna Aloysi, incidente ferroviario Andria e Corato – il Comitato Emilia Vite scosse – l’Associazione II sorriso di Filippo, Amatrice – la Fondazione 6 aprile per la vita, L’Aquila – il Comitato vittime di Rigopiano – l’Associazione cittadini per la memoria del Vajont – e i Genitori generazione Erasmus 20 marzo 2016.

Un lungo elenco che abbiamo voluto pubblicare tutto perché da solo dichiara l’inadeguatezza di uno Stato che troppo spesso si è reso complice di chi non ha voluto assumersi le proprie responsabilità e ha commesso crimini atroci.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.