Torino – Considerati dagli inquirenti gli organizzatori degli scontri del 27 luglio scorso, durante la quarta edizione del “Festival dell’Alta Felicità” organizzato presso il presidio permanente di Venaus, in Val di Susa, sono 14 gli antagonisti NO TAV destinatari delle misure cautelari emesse oggi dalle procure di Torino, Padova, Modena e Vicenza.
I FATTI DI LUGLIO 2019 NELLA RICOSTRUZIONE DELLA DIGOS
Secondo la ricostruzione della Digos, erano circa 3.000 i partecipanti al “Festival dell’Alta Felicità” che, partiti da Venaus in corteo, raggiungevano il Comune di Giaglione percorrendo il sentiero Gallo Romano, in violazione del provvedimento interdittivo emesso dal Prefetto di Torino, fino alla cancellata metallica preventivamente dislocata a 1 km dall’area di interesse strategico nazionale di Chiomonte.
Qui, mentre un gruppo di facinorosi utilizzando flessibili e lanciando pietre creava un varco nella struttura metallica, circa 100 antagonisti posizionati sulla parte alta della montagna lanciavano grosse pietre all’indirizzo dei contingenti di Polizia che rispondevano con i lacrimogeni – in questa circostanza è anche rimasto ferito un operatore della Digos -, per poi ricompattarsi con gli altri nuclei delle forze dell’ordine dislocati nei pressi di un’altra cancellata metallica predisposta invece sul ponte del fiume Clarea a circa 100 metri dal cantiere di Chiomonte.
Poco dopo, i 3000 manifestanti che nel frattempo erano riusciti a crearsi un varco e a ribaltare la cancellata predisposta sul sentiero Gallo Romano, giungevano alcuni al Ponte Clarea mentre altri raggiungevano alcuni sentieri della montagna lanciando con delle fionde circa 50 bombe carta.
Contestualmente, altri 300 manifestanti si posizionavano nella parte bassa del fiume Clarea, nei pressi dei piloni dell’autostrada, cercando di attraversare il fiume per raggiungere il perimetro del cantiere di Chiomonte, mentre un altro gruppo di facinorosi, travisati, si avvicinava al cancello sul ponte Clarea lanciando diverse pietre verso i contingenti dei Reparti Mobili che facevano uso di lacrimogeni disperdendoli definitivamente.
I LEADER DI ASKATASUNA INCRIMINATI
Sono 14 le misure cautelari emesse nei riguardi degli storici leader di Askatasuna Giorgio ROSSETTO e Mattia MARZUOLI (entrambi “in carcere”), di altri due fra i principali referenti dell’ala più oltranzista del movimento No-Tav, E.S. ed O.F. (rispettivamente Divieto di Dimora nei Comuni della Val Susa ed Obbligo di Presentazione alla P.G.), di sette noti militanti di Askatasuna, C.S., R.S., R.L., P.A., M.L., G.M. (Divieto di Dimora in provincia di Torino ovvero nei Comuni della Val Susa) e G.S. (Obbligo di Presentazione alla P.G.). Oltre agli attivisti dello storico centro sociale torinese, sono finiti nel mirino degli inquirenti anche tre esponenti dei centri sociali Guernica di Parma e Bocciodromo di Vicenza ( G.M., V. A., E.G.).
Tutti sono indagati a vario titolo per i reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento, inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.
Sempre nell’operazione di stamattina, la Digos ha eseguito sedici perquisizioni nei riguardi di alcuni militanti di Askatasuna denunciati in stato di libertà nel medesimo procedimento penale.
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