Autostrade per l’Italia: oltre le code c’è di più

In questi giorni di code, scontri politici pre-elettorali, e chiacchiere da bar, abbiamo deciso di “far parlare” Autostrade per l’Italia non tramite le consuete interviste ma con la pubblicazione dei loro comunicati stampa. Il primo è del giorno seguente al crollo del Morandi.

VIADOTTO POLCEVERA: AUTOSTRADE PER L’ITALIA FIDUCIOSA DI POTER DIMOSTRARE ADEMPIMENTI ALLA CONCESSIONE
Roma, 15 agosto 2018 – In relazione all’annuncio dell’avvio della procedura di revoca della concessione, Autostrade per l’Italia si dichiara fiduciosa di poter dimostrare di aver sempre correttamente adempiuto ai propri obblighi di concessionario, nell’ambito del contraddittorio previsto dalle regole contrattuali che si svolgerà nei prossimi mesi. E’ una fiducia che si fonda sulle attività di monitoraggio e manutenzione svolte sulla base dei migliori standard internazionali. Peraltro non è possibile in questa fase formulare alcuna ipotesi attendibile sulle cause del crollo. Autostrade per l’Italia sta lavorando alacremente alla definizione del progetto di ricostruzione del viadotto, che completerebbe in cinque mesi dalla piena disponibilità delle aree.
La società continuerà a collaborare con le istituzioni locali per ridurre il più possibile i disagi causati dal crollo”.
Autostrade per l’Italia si dichiara “fiduciosa di poter dimostrare…”.
Una società come ASPI deve essere certa di aver ottemperato ai propri obblighi di manutenzione del viadotto. Evidentemente il dubbio che saltasse fuori qualcosa lo avevano, e infatti quel giorno furono convocati decine di ingegneri nella sede genovese di Spea, forse per lavorare a un progetto di ricostruzione del viadotto o forse per vedere se c’erano falle nelle carte.

VIADOTTO POLCEVERA: AUTOSTRADE PER L’ITALIA IMPEGNATA NELLA RICERCA DELLA VERITÀ COLLABORA CON LE ISTITUZIONI
Roma, 16 Agosto 2018– In relazione alle dichiarazioni del Vice Presidente del Consiglio Salvini, Autostrade per l’Italia dichiara che “i manager e tutti gli uomini e le donne del gruppo sono i primi interessati alla ricerca della verità sulla tragedia del viadotto Polcevera di Genova e con questo obiettivo stanno collaborando attivamente con le autorità competenti. Se dagli approfondimenti interni già avviati o dalle inchieste delle autorità competenti, anche a prescindere da profili penali, dovessero emergere responsabilità di manager, funzionari o tecnici dell’azienda, Autostrade per l’Italia adotterà in modo rigoroso i provvedimenti conseguenti.
Con il dolore nel cuore e dopo aver espresso la più profonda vicinanza ai familiari delle vittime e ai feriti, il team di Autostrade per l’Italia guidato dal suo Amministratore Delegato, dal Direttore Operations e dal Direttore di Tronco si è messo immediatamente al lavoro per agevolare le attività di soccorso, per ripristinare più rapidamente possibile condizioni accettabili di viabilità, per supportare in ogni necessità le istituzioni e la comunità locale e per definire un progetto di ricostruzione del viadotto in tempi-record, rispondendo ai bisogni di mobilità di una città gravemente ferita. Le nostre scuse sono nelle parole e nei fatti. Ma non ci sollevano dalla consapevolezza di dover e poter dare molto a Genova per il superamento dell’emergenza”.

Già dal 16 agosto il registro della comunicazione cambia. ASPI dichiara vicinanza alla città, ai parenti delle vittime, ai feriti. Per i  43 morti volati giù dal viadotto nessuna parola.  Comincia la fase in cui si avanza l’ipotesi di negligenza dei manager, come se un manager non eseguisse gli ordini ricevuti.

AUTOSTRADE PER L’ITALIA ACCOGLIE UN APPELLO SOCIAL: NUOVO FONDO PER CHI È STATO COLPITO DALLA TRAGEDIA. NUOVO FONDO PER CHI E’ STATO COLPITO DALLA TRAGEDIA
Roma, 20 agosto 2018– “Autostrade per l’Italia ha risposto all’appello lanciato dal giovane Luigi Galvano sulla piattaforma Change.org e ha istituito un nuovo fondo per le vittime del Viadotto Polcevera. Queste risorse si aggiungono allo stanziamento nei confronti del Comune di Genova annunciato nella conferenza stampa di sabato scorso per soddisfare le prime esigenze delle famiglie colpite dalla tragedia e i bisogni degli sfollati. Per raccogliere bisogni e richieste, da oggi pomeriggio sarà aperto un punto Autostrade per l’Italia all’interno del Centro Civico di Buranello. Le richieste potranno essere inviate anche via mail all’indirizzo autostradepergenova@autostrade.it. Profondamente vicina al dolore di chi è stato colpito dalla tragedia, la società continuerà a collaborare con le istituzioni locali per ridurre il più possibile i disagi causati dal crollo”. 

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: CORDOGLIO DEI CONSIGLIERI PER LE FAMIGLIE DELLE VITTIME E ILLUSTRAZIONE DEL PIANO PER GENOVA
“[…]In tale contesto, in attesa degli esiti degli accertamenti in corso, il Consiglio ha condiviso una prima lista di iniziative (per una stima preliminare di 500 milioni di euro – finanziati con mezzi propri) già annunciata nel corso della conferenza stampa di sabato a Genova[…]
[…]Per quanto riguarda le famiglie delle vittime e tutti coloro i quali sono stati costretti a lasciare la propria casa, Autostrade per l’Italia ha risposto all’appello lanciato sulla piattaforma social Change.org, istituendo un nuovo fondo per soddisfare le prime esigenze delle famiglie colpite dalla tragedia e i bisogni degli sfollati[…]”.
Già, i soldi. Oltre il cordoglio ci sono i soldi. Una pioggia di denaro per attenuare il dolore e attutire i mesi d’inferno a cui la città sarebbe stata destinata. I Sindaco Bucci, in questa situazione di caos totale si concentrò, e lo fece bene, nel trovare un tetto per gli sfollati e una soluzione per la viabilità in città.

AUTOSTRADE PER L’ITALIA: ONLINE IL TESTO COMPLETO DELLA CONVENZIONE, DISPONIBILI TUTTI GLI ALLEGATI
“[…]E’ importante sottolineare che nessuna norma interna o prassi internazionale prevede la pubblicazione di tali documenti relativi alle concessioni autostradali. Ciò anche per assicurare parità di condizioni sul mercato tra i vari operatori del settore, anche per il caso di nuove procedure di affidamento”.
Prima il denaro, poi la dimostrazione di disponibilità nel fornire a tutti la possibilità di consultare la concessione autostradale benché “nessuna norma interna o prassi” preveda la pubblicazione. ASPI, con spocchia, concede la visione del contratto che le ha permesso di gestire la rete autostradale.

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: AGGIORNAMENTO SUL PIANO PER GENOVA E LETTERA DI RISPOSTA AL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE
“[…] Il Consiglio di Amministrazione ha preso atto degli elementi di confutazione alla lettera del Ministero delle Infrastrutture datata 16 agosto 2018 predisposti dalle strutture tecniche della Società ed ha confermato il proprio convincimento in merito al puntuale adempimento degli obblighi concessori da parte della Società. […]”.
Il refrain è sempre lo stesso, il cordoglio per le famiglie, gli aiuti e la vicinanza a tutta la comunità. Poi, in fondo, il contenuto vero del comunicato in risposta al MIT dove il CdA di ASPI conferma di aver adempiuto agli obblighi  imposti dalla concessione.
Ma agli inizi di ottobre il Professpr Carmelo Gentile del Politecnico di Milano dichiara che nell’ottobre del 2017 ASPI era stata avvisata sulla deformazione modale del Morandi e sulle condizioni critiche di alcuni stralli della pila 9. In sostanza, il viadotto andava chiuso. La risposta del concessionario non si fa attendere.

GENOVA: AUTOSTRADE PER L’ITALIA, DICHIARAZIONI PROF GENTILE ERRATE E FUORVIANTI
Roma, 3 ottobre 2018 – “In merito a quanto dichiarato dal prof. Gentile del Politecnico di Milano nelle interviste rilasciate oggi ad alcuni quotidiani, le strutture tecniche di Autostrade per l’Italia precisano – sulla base delle informazioni fornite da SPEA e già comunicate pubblicamente nella giornata di ieri – che i valori inferiori all’unità del coefficiente di sicurezza a taglio delle travi del sistema portato erano adeguati. Questi valori erano stati determinati, infatti, dall’applicazione delle nuove norme per le costruzioni entrate in vigore nel 2008 e, contrariamente a quanto sostenuto dal prof. Gentile, non descrivono in alcun modo lo stato di sicurezza del Ponte. E non potevano dunque indicare la necessità di chiudere al traffico il Ponte Morandi da parte della Direzione di Tronco, unico soggetto competente ad assumere decisioni di questo tipo.
Tali informazioni sono state allegate al progetto presentato al Ministero per le Infrastrutture e Trasporti nell’ottobre 2017 e non sono state considerate preoccupanti da nessuno dei tecnici preposti alla valutazione. L’approvazione del progetto da parte del Provveditorato delle Opere Pubbliche recitava testualmente: “complessivamente il progetto esecutivo esaminato appare ben redatto e completo in ogni dettaglio. Lo stesso risulta studiato in modo metodologicamente ineccepibile non solo alla luce delle verifiche delle strutture esistenti, degli effetti del degrado constatati, dei rinforzi, ma anche tenendo in considerazione la grande mole dei dati di monitoraggio e controllo raccolti via via negli anni precedenti.
Come già chiarito da SPEA, infine, si ricorda che il prof. Gentile aveva ricevuto tutte le informazioni e la documentazione necessaria per svolgere il proprio incarico, che riguardava esclusivamente l’analisi degli stralli e non di altre parti del Ponte. Tale analisi non ha evidenziato alcuna necessità di intervento urgente, e lo stesso prof. Gentile non ha mai richiesto alcuna integrazione di documentazione che potesse avere relazione di causa-effetto con l’analisi dinamica degli stralli, oggetto del suo incarico. Dunque le sue affermazioni sull’omissione di documentazione consegnata da Spea, così come le valutazioni sullo stato di sicurezza delle travi del viadotto Polcevera di cui non si è mai occupato, sono da ritenersi errate e fuorvianti”. 

GENOVA: AUTOSTRADE PER L’ITALIA, PROGETTI DEMOLIZIONE DEL MORANDI FUNZIONALI A REALIZZAZIONE DELLA GRONDA. NESSUN COLLEGAMENTO CON SICUREZZA DEL PONTE
Roma, 7 ottobre 2018– “In relazione alle notizie di stampa su progetti di demolizione del ponte Morandi risalenti ai primi anni Duemila, Autostrade per l’Italia precisa che a partire dal 2001 ha studiato varie opzioni di potenziamento del tratto autostradale di Genova, che hanno portato al Progetto Gronda inserito nel Piano Finanziario già nel 2002, alle quali erano collegati anche progetti di demolizione del Ponte Morandi.
In particolare la società, all’interno del dibattito pubblico sulla Gronda nel 2008, aveva anche sviluppato un progetto di costruzione sul Polcevera di un nuovo ponte a 4+4 corsie affiancato all’attuale e al servizio sia dell’attuale tratta autostradale che della nuova Gronda, con l’obiettivo di utilizzare lo stesso corridoio viabilistico. A valle della costruzione del nuovo ponte sarebbe stato smontato l’attuale. La proposta di Ponte affiancato al Morandi fu però accantonata nel corso del dibattito pubblico a favore di una soluzione di attraversamento del Polcevera molto più a monte.
Ma prima di questa decisione assunta nell’ambito del dibattito pubblico sulla Gronda, la società – ai fini della completezza dell’analisi – chiese a Despe una valutazione di fattibilità.  Valutazione che è stata riattualizzata nelle ultime settimane ed è entrata a far parte della proposta di demolizione e ricostruzione del Ponte presentata al Commissario per l’emergenza.
I progetti di demolizione del Ponte Morandi a partire dal 2001, dunque, non sono mai stati definiti in relazione ad eventuali rischi per la sicurezza del Ponte, ma sono sempre stati pensati soltanto in funzione della realizzazione della Gronda”.

In quei giorni si sprecarono i commenti sui social dove alcuni fautori della Gronda di Ponente sostenevano che grazie alla nuova infrastruttura il Morandi non sarebbe crollato. I detrattori della Gronda sostenevano che il crollo ci sarebbe stato comunque ma forse più in là nel tempo. Lungi dall’infilarci nella discussione sulla Gronda, vi proponiamo una lettura differente del rapporto tra Gronda e Morandi con un video da cui si possono rilevare spunti di riflessione.

Nell’estratto del video, che abbiamo anche in versione integrale, si parla di dismissione del Morandi. Considerando che Genova ha una rete ferroviaria ottocentesca e una rete autostradale in parte risalente al ventennio fascista, e che un adeguamento delle infrastrutture sarebbe certo stato avviato e completato, una domanda ce la siamo fatta: se aveste un’auto in procinto di essere demolita la portereste a rifare motore e carrozzeria?

AUTOSTRADE PER L’ITALIA, DIREZIONE DI TRONCO DI GENOVA: VIADOTTO PECETTI SICURO, LAVORI INIZIATI A OTTOBRE, TERMINERANNO A GENNAIO 2019
Roma, 5 dicembre 2018 – “In riferimento all’articolo pubblicato oggi sul quotidiano La Repubblica, dal titoloGenova indaga su un altro viadotto. Stop ai super tir e ispezione del MIT, la Direzione di Tronco di Genova di Autostrade per l’Italia precisa che il viadotto Pecettidella A26 è assolutamente sicuro e gli ammaloramenti citati nel pezzo non comportano alcun problema per la sicurezza. La società SPEA, a seguito dell’ultima ispezione trimestrale effettuata sul viadotto, ha segnalato l’opportunità di programmare a breve termine (entro un periodo di due anni, come previsto dal voto 60 assegnato da SPEA stessa all’opera) un intervento di manutenzione su una trave di impalcato. Tale intervento è stato avviato lo scorso ottobre dalla Direzione di Tronco – adottando anche le correlate operazioni di limitazione al traffico e di installazione dei ponteggi – e terminerà a metà gennaio 2019.
Ad oggi i lavori sono in corso, con la preparazione delle superfici interessate per l’introduzione di fibre di carbonio. Successivamente verranno installati elementi di carpenteria metallica necessari per introdurre cavi aggiuntivi che consentiranno un ulteriore potenziamento della precompressione esterna.
Si specifica infine che non è stato disposto alcun divieto di transito ai carichi eccezionali: la Direzione di Tronco ha semplicemente emesso una prescrizione di carattere generale che consente a tali carichi di transitare sulla tratta interessata solo dopo aver effettuato le necessarie verifiche tecniche relative al mezzo”.
Siamo solo alla fine del 2018 e già si accende l’attenzione sui viadotti gestiti da ASPI. Nonostante le rassicurazioni, la pioggia di denaro, le scuse (poche e tardive), la disponibilità a pagare tutto il pagabile, cominciano a sorgere i dubbi sui livelli di manutenzione dei viadotti. La percezione generale, è che il Morandi sia crollato per negligenza sulla manutenzione.

AUTOSTRADE PER L’ITALIA: DIREZIONI DI TRONCO CONFERMANO LA SICUREZZA DEI 5 VIADOTTI
Opere controllate anche da ispettori del MIT e da società specializzate esterne, che ne hanno accertato la sicurezza. Report inviato al Ministero già lo scorso 4 dicembre

Roma, 30 gennaio 2019 – “In merito ai 5 viadotti, su un totale di 1943, gestiti da Autostrade per l’Italia, che sarebbero considerati “a rischio” secondo quanto riportato da notizie di stampa, le competenti Direzioni di Tronco della società ribadiscono che non esiste alcun rischio per la sicurezza.
Già lo scorso 4 dicembre, la società ha inviato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti un report sui viadotti in questione – Gargassa, Pecetti (A26), Moro (A14), Paolillo (A16), Sarno (A30) – contenente il dettaglio degli interventi manutentivi già realizzati o in corso, nonché delle verifiche effettuate. In nessun caso è stato riscontrato alcun problema riguardante la sicurezza di tali opere che, peraltro, sono state oggetto di verifica anche da parte dei competenti uffici ispettivi del Ministero.
Per quanto riguarda invece il Viadotto 6 Luci, la Direzione di Tronco di Genova conferma di aver eseguito in 4 giorni (23-27 dicembre 2018) un intervento di ripristino locale del calcestruzzo copriferro, che non comportava alcuna influenza sotto il profilo statico. Anche questo intervento è stato formalmente comunicato a tutte le autorità competenti.
È quindi del tutto destituita di fondamento qualsiasi informazione che consideri tali Viadotti a rischio”. 
E mentre ASPI confermava la sicurezza dei viadotti, gli inquirenti intercettavano i funzionari. Venivano registrati colloqui telefonici dove si cercava di “aggiustare” relazioni tecniche, verbali e quanto potesse essere utile a nascondere comportamenti illeciti.

ASPI: DA RELAZIONE PERITI GIP NESSUNA NOVITA’ E NESSUN NESSO CAUSA-EFFETTO RELATIVO A CROLLO

Roma, 28 maggio 2019– “La relazione dei periti del GIP deriva esclusivamente dall’osservazione dei resti del viadotto Polcevera effettuata tra il 2 ottobre e il 3 dicembre 2018. I periti evidenziano che i luoghi oggetto di osservazione avevano già subito importanti modificazioni successive al crollo. La relazione non individua in alcun modo un nesso causale tra il crollo e quanto è stato osservato sul campo. Anzi, dimostra che le attività di manutenzione individuate sono la dimostrazione del corretto operato delle competenti strutture territoriali di Aspi, che si sono adoperate per mantenere il ponte in uno stato efficiente, tutelando anche le attività produttive sottostanti attraverso apposite protezioni a rete, come di norma viene fatto per strutture di analoga altezza. Dalla ricostruzione dei periti sul primo quesito del Giudice non emergono dunque elementi di novità. Come noto, le cause del crollo saranno analizzate nel secondo incidente probatorio”.

MORANDI, ASPI: VA RIGETTATA OGNI ACCUSA GENERALIZZATA DI MANCANZA DI MANUTENZIONE. I DIFETTI EVIDENZIATI DALLA PERIZIA NON ERANO TALI DA COMPROMETTERE LA TENUTA DEL PONTE 
Roma, 2 agosto 2019 – “In merito alle affermazioni del Vice Presidente Di Maio sulla perizia depositata ieri dagli esperti incaricati dal GIP nell’ambito del primo incidente probatorio relativo al crollo del Ponte Morandi, Autostrade per l’Italia ricorda che sul Ponte Morandi nel periodo 2015/2018 (fino al 14 agosto) sono state realizzate attività di manutenzione per ben 926 giorni-cantiere, pari ad una media settimanale di 5 giorni-cantiere su 7 giorni, con un investimento di circa 9 milioni di euro. Su questo tema la perizia si limita a ricordare che sugli stralli – dopo che nel 1994 si intervenne sul sistema 11 e non, per motivazioni che dovranno essere accertate, sul sistema 10 e 9 (poi collassato) – non sono stati fatti altri interventi di manutenzione, ma risulta alla società che né nel 1994 né successivamente sia emerso alcun allarme circa lo stato di corrosione del reperto 132.
Autostrade per l’Italia ricorda inoltre che i propri consulenti tecnici hanno chiarito già ieri che la presenza di trefoli corrosi tra il 50% e il 100% era ridotta e non può in alcun modo aver avuto effetti sulla tenuta complessiva del Ponte. I difetti evidenziati dalla perizia, tra cui quello riscontrato sul reperto 132, erano fortemente localizzati, derivavano prevalentemente da difetti di costruzione dell’infrastruttura realizzata negli anni 60 per conto dell’Anas e non erano tali da compromettere in alcun modo la capacità portante del Ponte.
Le risultanze della perizia, al contrario, evidenziano che i cavi primari non mostrano particolari segni di degrado e, come già fatto dai laboratori EMPA di Zurigo e dall’Università di Pisa, tendono a confermare che non sono stati gli stralli la causa primaria del crollo.
Si rigetta, dunque, in toto ogni accusa generalizzata di mancanza di manutenzione. E ci si augura che nella fase successiva si possa appurare cosa ha realmente determinato il crollo del Ponte e come mai nessuno dei sistemi e dei consulenti dedicati al monitoraggio abbiano mai evidenziato alcun rischio”.

AUTOSTRADE PER L’ITALIA: SPESA IN MANUTENZIONE SUPERIORE ALLE PREVISIONI DI CONVENZIONE. E CINQUE VOLTE SUPERIORE AD ANAS
Tutte le informazioni sono consultabili sulla homepage del sito www.autostrade.it
Roma, 15 settembre 2019 – “In relazione ad alcune ricostruzioni di stampa circa presunte volontà di Autostrade per l’Italia di risparmiare sulle spese di manutenzione, la Società ricorda di aver sempre speso più degli impegni inseriti nel piano finanziario: il consuntivo di spesa in manutenzione nel periodo 2000-2018 è infatti di 5,430 miliardi di euro, pari a circa 196 milioni di euro in più rispetto agli impegni di spesa previsti in Convenzione.
La spesa in manutenzione per chilometro di infrastruttura di Autostrade per l’Italia è di circa 108 mila euro all’anno (periodo 2013-2017), pari a 5 volte di più rispetto alla spesa effettuata da  ANAS sulla propria rete (19 mila euro all’anno tra il 2013 e il 2016) e 3 volte superiore alle concessionarie francesi e spagnole comparabili.
Autostrade per l’Italia è l’unica società concessionaria di grandi dimensioni nel mondo ad aver introdotto in maniera generalizzata l’asfalto drenante (ben più costoso in termini di costruzione e manutenzione). La società ha inoltre investito ingenti risorse per la sicurezza con lo sviluppo del sistema tutor, il primo al mondo. L’insieme dei progetti e delle iniziative per la sicurezza adottate dalla società ha ridotto il tasso di mortalità sulla propria rete più di quanto avvenuto per ogni altra concessionaria.
Tutte le informazioni sono consultabili sulla homepage del sito www.autostrade.it nell’area “Dati e fatti sulla nostra attività”.
Autostrade per l’Italia si riserva di avviare ogni azione a propria tutela nei confronti di eventuali comportamenti illeciti di propri dipendenti”.

ASPI, DIREZIONE TRONCO GENOVA: AVVIO DEI LAVORI DI RESTAURO DELL’INTERO VIADOTTO BISAGNO
Roma, 15 ottobre 2019 – “La Direzione di Tronco di Genova di Autostrade per l’Italia comunica che ha preso il via in questi giorni, e proseguirà nel corso delle prossime settimane, l’attività di montaggio dei ponteggi sul viadotto Bisagno, propedeutica all’avvio dei lavori di restauro sulla superficie dell’intero viadotto a partire dalla porzione di Ponente. Verranno eseguiti, in particolare, interventi di manutenzione conservativa – con l’eliminazione del calcestruzzo superficiale ammalorato – di pulizia e sabbiatura dell’’ossidazione superficiale, di posa di malta protettiva e di tinteggiatura anti-corrosione su tutte le parti del viadotto (pile, impalcato, sbalzi e cassoni).
Il progetto di manutenzione, il cui iter approvativo si è concluso nella prima parte del 2019, prevede che si proceda per pile, con inizio dalla pila 3, quella che insiste sul bosco di via delle Gavette, per proseguire con le pile 2 e 1. La durata dei lavori prevista è di circa due anni”.
Dal viadotto Bisagno cade di tutto. Calcinacci, grondaie. I piloni perdono i pezzi di armatura che è tanto marcia da staccarsi a mani nude. ASPI non può fare a meno di tamponare con comunicati rassicuranti quello che i giornalisti ficcanaso scovano alla base dei piloni.

AUTOSTRADE PER L’ITALIA: L’INDICAZIONE DEL CDA DELLA SOCIETÀ È SEMPRE STATA QUELLA DI NON ACCETTARE IN ALCUN MODO RISCHI OPERATIVI SULLE INFRASTRUTTURE.
Roma, 20 novembre 2019 – “In relazione a quanto pubblicato oggi da un importante quotidiano nazionale Autostrade per l’Italia, al fine di evitare errori di interpretazione sui contenuti e sulle finalità del sistema di risk management di gruppo, precisa che come ogni altra grande società dispone di una procedura strutturata di gestione preventiva del rischio, nella quale vengono individuati e valutati i potenziali rischi a cui è soggetta la società. Il Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l’Italia definisce quindi ad inizio anno la propensione al rischio tollerabile per ogni area aziendale e a fine anno recepisce dal risk officer l’avvenuto rispetto da parte dei dirigenti responsabili – che devono mettere in atto ogni azione preventiva per la gestione di ogni specifico rischio – delle linee guida individuate.
Per quanto riguarda l’area dei rischi operativi, nella quale rientrava anche la scheda del Ponte Morandi, il Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l’Italia ha sempre espresso l’indirizzo di mantenere la propensione di rischio al livello più basso possibile. Diversamente dall’interpretazione fornita dall’articolo, ciò significa in realtà che la società non è quindi in alcun modo disponibile ad accettare rischi operativi sulle infrastrutture. Di conseguenza, l’indirizzo del Consiglio di Amministrazione alle strutture operative è di presidiare e gestire sempre tale tipologia di rischio con il massimo rigore, adottando ogni opportuna cautela preventiva”.

AUTOSTRADE PER L’ITALIA: FORTE ACCELERAZIONE DEGLI INVESTIMENTI IN MANUTENZIONE. CAPACITA’ DI SPESA DI 500 MLN DI EURO NEI PROSSIMI DUE ANNI.
LA DIREZIONE DI TRONCO DI GENOVA SARA’ FORTEMENTE POTENZIATA CON UN NUOVO POLO DI INGEGNERIA E NUOVE ASSUNZIONI. 

Roma, 5 dicembre 2019 – “Accelera ulteriormente il piano di manutenzioni in corso di attuazione da parte di Autostrade per l’Italia. A seguito dell’incontro tenutosi lo scorso 26 novembre tra il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli e l’AD di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi, la società ha messo in campo una ulteriore e significativa anticipazione degli interventi di manutenzione rappresentati al Ministero. A tal fine la società pubblicherà un bando per attività di manutenzione di un importo di circa 300 milioni di euro da realizzare nel prossimo biennio. Inoltre, nei limiti consentiti dalla vigente normativa, chiederà autorizzazione al Ministero per affidare circa 200 milioni di euro alla società collegata Pavimental. Grazie a questa iniziativa, Autostrade per l’Italia metterà in campo una ulteriore capacità realizzativa di circa 500 milioni di euro complessivi, che consentirà di attivare cantieri di lavori in particolare in Liguria, anche in relazione ai prossimi investimenti.
Per una gestione efficace della significativa mole di lavori in corso e programmati, Autostrade per l’Italia ha deciso di dotare la propria Direzione di Tronco di Genova di un Polo dedicato all’Ingegneria alla realizzazione degli investimenti. La nuova unità operativa rappresenta un unicum nell’organizzazione dei Tronchi della società e consentirà di potenziare notevolmente l’organico e le competenze genovesi.
In particolare, la nuova unità operativa avrà una dotazione organica di 70 persone tra ingegneri e personale tecnico, di cui 50 saranno selezionate direttamente sul mercato, avvalendosi anche delle reti professionali già avviate da Autostrade per l’Italia con l’Università di Genova e con istituti professionali liguri. Le nuove assunzioni sono aggiuntive rispetto al piano di 65 nuovi ingressi, che la società sta portando avanti da alcune settimane e che si completerà entro il primo trimestre 2020”.

AUTOSTRADE PER L’ITALIA: GENOVA, CDA AUTORIZZA MISURE A FAVORE DEGLI UTENTI SU TRATTE CITTADINE DELLA LIGURIA AD ALTA DENSITA’ DI TRAFFICO PER PRESENZA CANTIERI
MONITORAGGIO COSTANTE DEGLI INTERVENTI IN COORDINAMENTO CON MIT E ISTITUZIONI LOCALI COMPETENTI

Roma, 27 dicembre 2019 – “Il Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l’Italia, riunitosi in data odierna, ha autorizzato l’Amministratore Delegato ad attivare tutte le opportune azioni e interventi a favore degli utenti nel caso in cui le attuali cantierizzazioni presenti sulle tratte liguri generino un impatto particolarmente rilevante e prolungato sulle condizioni di traffico.  Particolare attenzione sarà rivolta alle tratte cittadine ad alta densità di circolazione e che non presentano alternative viabilistiche.
Per tutta la durata degli interventi, Autostrade per l’Italia effettuerà una costante attività di monitoraggio della viabilità sulle tratte interessate dagli interventi e mantenendo un raccordo operativo con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, con le Regioni Liguria e Piemonte e la Prefettura di Genova”.

Nei primi giorni dopo il crollo del Morandi abbiamo ascoltato le dichiarazioni di ASPI che ci rassicurava sull’aver assolto tutti gli obblighi imposti dal contratto di concessione. Il passaggio successivo è stata la distribuzione di  soldi a pioggia a tutti coloro che si sono ritrovati imbrigliati nel caos creato dal crollo. Poi l’indagine del Procuratore Francesco Cozzi ha travolto tecnici e funzionari, dimostrando che in molti casi i verbali delle manutenzioni dei viadotti erano stati contraffatti. Ma anche l’azione dei mezzi di informazione ha fatto sì che i genovesi potessero rendersi conto di come erano ridotti i i viadotti e soprattutto dei potenziali rischi che si correvano nel percorrerli. Le indagini poi si sono allargate alle gallerie e infine ai pannelli fonoassorbenti pronti a staccarsi da un momento all’altro. E la politica? Dopo le prime dichiarazioni del Premier Giuseppe Conte che sembrava andare risoluto verso la revoca delle concessioni, abbiamo assistito a una lenta ma decisa retromarcia su posizioni più moderate che parlano di revisione delle concessioni. Nessuna forza politica ha pensato di contattare chi, negli anni addietro, ha permesso ad ASPI di avere un potere contrattuale così forte nei confronti dello Stato.
Nel primo governo Conte, quello retto dal contratto M5S-Lega, neanche Salvini, quotidianamente alla ribalta sui social, ha avuto la capacità di prendere una posizione coraggiosa contro Autostrade. Il secondo governo Conte, stavolta M5S-PD, sembra non avere né la voglia né la forza di cambiare la rotta sulle concessioni. D’altronde uno dei principali partiti che di fatto che ha permesso ad ASPI di stare comoda al timone di Autostrade è proprio il Partito Democratico.
Le code dovute ai cantieri di questi giorni sono causate da una parte dagli inadempimenti di ASPI che si è ritrovata a dover porre rimedio a lavori non eseguiti, e dall’altra, ma è solo un’ipotesi, dall’ennesimo atto di arroganza di chi decide cosa fare e quando farlo, in barba al buon senso.

Ma per fare un po’ di chiarezza su cosa sia Atlantia, di cui ASPI è una controllata, e di come sia arrivata alla totale gestione delle nostre autostrade, riportiamo uno stralcio dal nostro articolo sulle privatizzazioni in Italia:
“SCHEMAVENTOTTO
Le banche non sono l’unico bene che non ci appartiene più e che continua a fare grossi utili.

Autostrade vi ricorda qualcosa?
Un affare d’oro per la famiglia Benetton che inizia con il Governo D’Alema e si conclude con Berlusconi.
Nel 1999 la Edizione S.r.l., holding della famiglia di Ponzano Veneto, si aggiudica il 30% della controllata dell’IRI attraverso una “scatola finanziaria” costituita ad hoc, la Schemaventotto S.p.A., che investe nel business 2,5 miliardi di vecchie lire ma si indebita per 1,2 miliardi.

Ricordiamoci di questa cifra.
Quella dei Benetton è l’unica offerta vincolante d’acquisto per il pacchetto azionario che perviene all’IRI perché la seconda cordata, guidata dalla banca d’affari australiana Macquarie Group Limited, si ritira all’ultimo.
Una seconda tranche di acquisizioni va in porto nel 2003 quando Schemaventotto lancia un’Offerta Pubblica d’Acquisto da 6,45 miliardi di euro attraverso una “società veicolo”, la Newco28, e si aggiudica il 54% di Autostrade.
Per ottenere la liquidità necessaria, la Newco28 si rivolge al sistema creditizio quindi, a seguito di una fusione per incorporazione, trasferisce ad Autostrade tutto il debito contratto per acquistarla.
Alla fine del gioco, con gli incassi da pedaggi cresciuti del 21%, tra il 2000 e il 2009 Schemaventotto preleva da Autostrade 1,4 miliardi di euro di dividendi e ne colloca in Borsa il 12%, con un incasso di altri 1,2 miliardi.
Fanno 2,6 miliardi di euro.
La famiglia Benetton rientra del debito.
Oggi Autostrade è controllata al 100% da Atlantia S.p.A. di cui i Benetton detengono la maggioranza azionaria – il 30,25% – attraverso Sintonia S.p.A., subholding di Edizione S.r.l.“.

In tutta questa vicenda la nostra sensazione, ma sarà certamente sbagliata, è che i Benetton siano solo un microscopico ingranaggio in una faccenda molto più complicata. Il 45,76% del capitale di Atlantia ha il 20,3% di investitori retail non identificati, e il 23,7% è in mani USA con il 5,12% detenuto dal colosso americano d’investimento Blackrock.

Diventa difficile capire come dei venditori di magliette, per quanto bravi, abbiano avuto accesso a un credito così importante se non avvallati da poteri ben più forti. Ma qui rischiamo di entrare nel solito romanzo italiano che produce domande senza offrire risposte.
Vedremo come andrà a finire questa storia, e soprattutto vedremo se le 43 vittime avranno giustizia. Certo che a leggere certi nomi e certi fatturati ci sorge il dubbio che sarà difficile per gli inquirenti fare chiarezza su questa vicenda. Ma è anche vero che alcuni magistrati hanno fatto miracoli. 
Nel mentre, buona coda a tutti.

fp

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.