Non si vive di soli selfie

Ci sono una serie di incipit che potrebbero suonare a meraviglia per sigillare questo difficoltoso 2019, l’anno post a quello della tragedia del Ponte Morandi e quello dell’inizio della ricostruzione, ed accogliere il 2020.
Quello della conclusione dei lavori. Ma anche quello delle regionali e della voglia di conferma del nostro governatore Giovanni Toti. Non a caso si è pensato ad un Tricapodanno, tanto per far pari con il “Tre volte Natale” del visionario Lucio Dalla. E comunque giusto augurio per un Governatore, uno e trino, che si augura, probabilmente, non solo una conferma ma una sorta di resurrezione divina dopo lo scivolone di “Cambiamo” è una sorta di precipitoso rientro tra le braccia aperte del padre putativo, il cavalier Silvio Berlusconi,  in una sorta di parabola di ritorno del figliol prodigo.

Eppero’ l’incipit/raccomandazione al governatore Giovanni Toti, nonché al suo sodale, il sindaco/commissario Marco Bucci, freschi reduci dalla sbornia di una piazza De Ferrari stracolma e dal reggae del gruppo salentino dei “Bomdabash”, “ Esplodi il colpo” – termine mediato dal dialetto pugliese che poi potrebbe  diventare pure bene augurante nel suo significato. Del resto, volenti o nolenti il triconcertone di Capodanno è tutto un rimpallarsi di significati evocativi. Persino con il dj della prima serata che di nome fa Gabry ma poi è pur sempre Ponte. Il che non puo’ non far pensare al ponte per antonomasia, ormai, il Morandi.

E poi “Esplodi il Colpo”, se non fosse che il colpo di Toti, peraltro già esploso con la proclamato scissione più che di una bomba ha avuto l’effetto di un mortaretto e il bagliore di un fuoco fatuo. Dicevo, però, l’incipit/ raccomandazione non potrebbe non essere “non si vive di soli selfie”. Ma nemmeno di ombrellini, di girandoline, di luci, di alberi illuminati, di passatoie, o red carpet multicolori. Insomma di dichiarazioni che risultino avulse dalla realtà o storytelling artefatte ad arte. Perché poi la realtà, un po’ cinicamente finisce sempre per prevalere. Ed anzi, a quel punto… finisce per prendersi la sua personale rivincita. Solitamente cinica e persino un po’ irridente.

Prendete, per esempio quello che è accaduto appena ieri. Proprio nel tardo pomeriggio, qualche ora prima che il concerto per una piazza gaudente avesse inizio. Con quelle foto postate all’unisono sui profili istituzionali del governatore Giovanni Toti e del sindaco/ commissario Marco Bucci. Con quel duo del centro destra intento al selfie immaginifico, immortalati  in primo piano con dietro la piazza plaudente. Quella che sperano di rivedere, magari, dopo le regionali.

E poi quell’altra, sul profilo del solo Governatore, lui in cappottino blu e cravatta arancione in compagnia della moglie, Siria Magri, bionda e impellicciata. Entrambi sorridenti, appena al di là delle transenne del un palco che li separano da un pubblico incalzante e pronto a far festa. Mentre fra i commenti, che sono tanti, da perfetto supporter o meno, inizia ad affiorare qualche ombra lunga che smorza le lucine della festa. Chessò? Riccardo Ernst “Un attimo signor presidente, qualcuno arriverà in ritardo ! E’ crollata una galleria della A 26, questa volta è andata bene, ma va beh, è un’eccezione queste cose possono capitare come i ponti che crollano, le autostrade bloccate, le barriere che cadono a pezzi. Avanti così, intanto ci stiamo abituando”. Oppure Mattia Bruno: “Pensare al capodanno quando tutt’a la regione cade a pezzi è da squilibrati. Come ha fatto a diventare presidente?”. O, ancora Alfred Raynolds: “Caro presidente Giovanni Toti faccia in modo di correre a Masone che sono venuti giù dei pezzi di volta dalla galleria e per fortuna non ci sono vittime. Domattina è il caso che andiate sul posto e facciate lì la festa. Altro che stappare”. Infine Giorgio Pareto: “Senza vergogna, scivoli che non scivolano, red carpets, ombrellini e poi la chemio a Sv, infine 3 notti di feste a Defe. Non si dovrebbe vergognare? Lei è responsabile della sanità in Regione. Lei più che leggere notizie scritte da altri non sa fare. Impari a lavorare. Con tutto il mio disprezzo le auguro un pessimo 2020”.

Ecco, ma al di là dei riti vodoo di qualsiasi Cassandra e dagli eventuali scongiuri con toccamenti vari del nostro Governatore, nel frattempo è successo che, come sempre…. la sfiga ci vede benissimo. E poco dopo aver congedato l’AD di Aspi Roberto Tomasi, proprio nei pressi di Masone, dalla volta della galleria Berté dell’A26, si è staccato un grosso pezzo d’intonaco che è finito sulla carreggiata, fortunatamente senza causare danni agli automobilisti che stavano transitando. L’autostrada è stata chiusa. Tanto che Tomasi nel corso di una sorta di conferenza stampa tenutasi all’esterno del palazzo della Regione è riuscito a dirsi persino dispiaciuto.

Così in fretta e furia il Governatore, forse incalzato dai commenti maligni ha dovuto stilare una sorta di post comunicato che su suo profilo compare solo dopo quattro ore dal precedente, quello sulla seconda serata del tricapodanno. Post/comunicato che “affiora” verso le dieci di sera. A qualche ora dal verificarsi dell’incidente.
Ma la politica vuole i riti, il pensiero lento ed i suoi tempi.

Il Governatore dice in sostanza: “Siamo sconcertati e preoccupati per quanto accaduto oggi sulla A 26. La sicurezza dei cittadini viene al primo posto e bisogna intervenire immediatamente con gli strumenti a disposizione, senza polemiche o strumentalizzazioni quanto mia dannose. Come Regione Liguria ci siamo messi immediatamente in contatto con il sindaco di Masone per dargli la nostra disponibilità per qualsiasi necessità. Ho sentito il ministro Paola De Micheli che mi ha riferito di aver convocato Aspi già domani a Roma per una riunione urgente. Da tempo chiediamo una verifica e un monitoraggio rigoroso delle nostre gallerie e viadotti che ci aspettavamo fosse già stato fatto a quasi un anno e mezzo dal crollo del Ponte Morandi, ma non abbiamo mai ottenuto risposte. Serve un gigantesco piano di manutenzione delle nostre infrastrutture e non è  più rinviabile la costruzione di nuove strade e nuove ferrovie per garantire alternative alla nostra mobilità. Al ministro alle Infrastrutture ho ribadito la richiesta che gli enti locali (Regione, Comune di Genova e Autorità portuale) pur non avendo competenze possano partecipare al tavolo,convocato oggi su autostrade al Mit, in modo che i nostri concittadini possano essere tutelati da chi conosce il territorio che più di tutti sta vivendo momenti difficili e una situazione divenuta ormai insostenibile è inaccettabile”.

E la polemica si scatena nei commenti. La foto della piazza piena lascia il posto a quella dei detriti che ingombrano la carreggiata della galleria Bertè. Già Bertè, nome evocativo. Il cognome di Loredana, la cantante, sorella della defunta Mimì, cointerprete di uno degli ultimi successi estivi dei Bomdabash: “Non ti dico no”. Un titolo che è tutto un programma. In prospettiva. Per Autostrade, ma anche per il nostro presidente che ha ripreso a pigiare sull’acceleratore facendo un velato riferimento alla gronda. Che in vista delle elezioni non si sa mai, può piacere agli e.ettori, ma anche ai costruttori. Intanto dabbasso la folla oscilla seguendo la musica dei  Bomdabash, “carichi” dopo aver dovuto rinunciare precedentemente a un concerto nella natia Puglia, a Lecce. Marco Bucci ha lasciato la riunione con Tomasi prima della fine. E il povero Roberto Tomasi preso d’assalto dai giornalisti, sbattuti fuori dall’androne del palazzo della Regione non può fare altro che dirsi dispiaciuto per l’ennesima brutta figura di  Autostrade. Sì perché, tanto per gradire e a dimostrazione di un certo nervosismo, i giornalisti che chiedevano di intervistarlo all’interno, visto che in piazza, con i suoni della festa risultava tutt’altro che agevole, sono stati messi nemmeno troppo cortesemente alla porta da una solerte addetta stampa del presidente Toti. Comunque quella di una certa insofferenza verso chi fa domande, anche se per lavoro, è un’altra storia. E poi tra qualche ora si svolta e si infila, dritto per dritto, l’anno in cui Toti aspira alla conferma. Comunque, prima che il festone di capodanno e l’ultima serata del tricapodanno abbia inizio, e, prima dell’ennesima riunione al ministero delle Infrastrutture, per riparlare, magari anche di Gronda…dovrebbe essere tutto. Ah, una raccomandazione per i nostri solerti e sfortunati amministratori….ma non solo. Cioè:  rinunciate a quei selfie con la folla alle spalle, che magari faranno pure crescere l’autostima a mille, ma, come è evidente dalle disavventure di mister “Selfini”, che era aduso alla suddetta pratica, finiscono per attrarre la sfiga. Che, come appare ormai noto ed evidente, ogni tanto da’ la riprova di vederci benissimo. E… Bomdabash… esplode il colpo. Sempre che non sia un pilone che prende fuoco. Il tredici, tanto per la cronaca. E buon capodanno a tutti. E comunque sia quel che sia, tanti auguri, Presidente. Che per il 2020 ne avrà bisogno.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.