Botte di capodanno

Mi ero riproposto di non parlare più della liturgia del Tricapodanno né del vano provvedimento contro i botti dopo aver incassato da una signora di Ceranesi – in verità non brillante quanto a signorilità – un commento sgangherato per quanto riguarda la lingua italiana  e un filino offensivo per quanto sosteneva il sottoscritto. Diceva, la pseudo signora di Ceranesi: “Meno male che i più tanti dei liguri la pensano diversamente da chi ha scritto e firmato sto articolo di m..da!!!”. Il tutto per aver incautamente contrapposto l’attitudine dei nostri amministratori locali (leggasi il governatore Giovanni Toti e il sindaco/commissario Marco Bucci) a perdere tempo a pavoneggiarsi e al selfie di fronte ad una piazza piena per una qualunque serata del “Triconcertone” mentre nei pressi di Masone dalla volta della galleria Bertè della A26 si era appena staccata una massa di cemento di 2 tonnellate e l’autostrada era stata chiusa. Avevo sostenuto, basandomi anche sui commenti comparsi sul profilo del Governatore, proprio sotto al post del selfie in compagnia di Bucci e con la folla alle spalle, che il cambio di tono fosse stato tardivo. Oltre ad una certa inclinazione propagandistica legata all’effimero. Da qui il commento insultante della signora di Ceranesi.

Perciò mi ero rassegnato a non parlare più dell’argomento. Di ombrellini, girandoline, luci, luminarie, fuochi e confeughi, alberi, alberelli, tappeti, tappetini, passatoie e red carpet di tutti colori, concertini, concertoni necessari alla #GenovaMeravigliosa, di cui da un po’ di tempo il duo Toti Bucci va raccontando la resurrezione. Compreso lo scivolo nel bel mezzo di via Venti Settembre che alla fine non scivolava affatto.

E si badi bene che la forma “lo scivolo che non scivola” ha preceduto di parecchio l’“esco il cane” o il “esci il cane e piscialo” su cui ha dibattuto lungamente l’accademia della Crusca. Solo che non ricordando esattamente un frangente positivo nessuno si è sbattuto più di tanto nel perorare quella paternita’. Insomma lo scivolo che non scivola non è esattamente la bandiera di San Giorgio che abbiamo affittato alla dinastia inglese.

Eppero’ poi, appena qualche ora più tardi, mi sono ritrovato a dover fare i conti con quella che per i giornalisti ha sempre rappresentato una prova professionale particolarmente impegnativa. Cioè valutare e soppesare la consistenza di una piazza. Solitamente si utilizzano, in caso di manifestazioni in cui sia previsto l’impiego delle forze di polizia per l’ordine pubblico, le cifre della Questura. Mancando queste, però bisogna fare da soli.

E di fronte al turbinio di numeri dei siti ufficiali di Regione e Comune per l’ultima serata del triconcertone, sono incappato nel post perplesso della collega della Rai Emanuela Pericu:
“I NUMERI CHE NON TORNANO – De Ferrari, la “Piazza a Fisarmonica”. Primo dell’anno. Sono al lavoro. In redazione. Arrivano i comunicati sul numero di presenze alla festa di Capodanno in piazza a Genova.
“35mila persone in Piazza De Ferrari e dintorni” recita il comunicato del Comune, “40mila” rilancia quello della Regione, facendo riferimento alla sola piazza.
Inizio a interrogarmi su quante persone ci stiano veramente in Piazza De Ferrari.
Ricordo che i vecchi cronisti di fronte alle grandi manifestazioni dicevano: “se affacciandoti dalla finestra del Ducale vedi Deffe piena, siamo intorno ai 10mila, se le persone arrivano fino a via XX anche 15mila.” Qualcuno azzardava dire 18mila, ma oltre non si osava.
Cerco su Internet un metodo più scientifico. Trovo un programma che, partendo dalla superficie della piazza, ne calcola la capienza massima. Con l’applicazione misuro l’area di De Ferrari, sottraggo lo spazio occupato dalla fontana, applico l’aliquota indicata e ottengo una capienza massima di poco più di 15mila persone.
Pensando che un’altra porzione di piazza era occupata dal palco e dall’albero di Natale, ecco che i numeri scendono ancora.
Ho pensato che forse la cifra delle 40mila persone riportata nel comunicato fosse riferita al totale delle tre serate. Rileggo più attentamente, ma il testo è inequivocabile. Si parla di 35mila-40mila persone a DeFerrari solo nell’ultima serata.
E inizio a chiedermi se a Genova in realtà non ci sia una meraviglia che ancora non conoscevo: una Piazza MAGICA, una Piazza a FISARMONICA, capace di dilatarsi a dismisura, a seconda di quello che conviene comunicare in quel momento.
Buon anno a tutti
Vi prego di astenervi da commenti politici/partitici. Non è questo il mio intento.
È solo amore di verità”.

Ecco, astenersi da commenti politici/partitici… è solo amore di verità, spiega Emanuela Pericu che fa la giornalista e non la comunicatrice. Perciò prende un comunicato stampa che offrirà, probabilmente, una visione parziale o distorta. Lo esamina cercando riscontri e un metro di giudizio il più possibile oggettivo. Poi scrive. Poi informa. E se ne prende le responsabilità. E persino qualche rimbrotto. E c’è chi si limita a scrivere “Che pochezza, quanto rosicate” e chi invece fa della facile ironia ma prende una cantonata “Si sta come d’inverno SARDINE nelle piazze. Cara e simpatica Emanuela chiedi a tuo padre ex sindaco, magari lo sa. Felice venti venti”. E poi c’è chi le dice “Non è il padre è lo zio”. E la Pericu che lo gela “Mio padre è morto quando avevo 18 anni. Se vuole intervenire ancora sul mio post è il benvenuto ma La prego di rimanere sull’oggetto della discussione.E la mia famiglia non lo è”.
Insomma poi chi è che rosica?

E comunque non è mica l’unica a essersi posta il problema delle presenze sbandierate dagli uffici stampa di Regione e Comune a piazza De Ferrari per l’ultima serata del triconcertone, tra botti, fuochi d’artificio, canti balli, spettacolo di luci sulle facciate dei palazzi, conto alla rovescia. Forse con l’astuzia del vecchio cronista sarebbe bastato dire: “Si calcola che circa 35/40 mila persone siano transitate tra piazza De Ferrari e via Venti Settembre durante la serata dell’ultimo dell’anno”. Già magari quel circa non sarebbe piaciuto che i comunicatori devono avere e distribuire soltanto certezze, anche quando si tratta di un semplice spettacolo in piazza.

E dicevo che per esempio il mio amico Leo Cotugno, giornalista esperto di spettacoli musicali e non solo, posta sul suo profilo personale, sempre riguardo ai numeri ufficiali: “Centomila in piazza in tre giorni…. Me pa’ na mussa”.

E poi c’è Luca Curtaz che pubblica sul suo profilo una foto del duo Bucci-Toti che si scambia qualche opinione e ha alle spalle una piazza stracolma. E Curtaz immagina un dialogo con Bucci che si copre il labiale che apostrofa Toti: “Ah Giovanni so’ preoccupato, che dici se ne saranno accorti che noi in Comune da due anni e mezzo e voi in Regione da 5anni li stiamo a riempì de fregnacce?”.
“Ah, Marchì rilassate,  la supercazzola funziona ancora, so 4 giorni che parlano ancora dei 40 mila in piazza De Ferrari.
Me lo ha insegnato il mio mentore Silviuccio, riempili di ballerimne, musici e cantanti, lucine, ricchi premi e cotillon e fatti li cazzi tua e vedrai che so felici. E se dimenticano tutto! L’autostrada che cadono a pezzi, la sanità che a pezzi l’abbiamo fatta noi, le periferie abbandonate, il centro storico che è più periferia de le altre, le partecipate (Amiu, Aster, Amt) al collasso, la lotta ai poveraccie agli ultimi e non alla criminalità e alla povertà, i treni e i bus che non arrivano mai e forse manco partono, il territorio che crolla e tutto il resto su cui non avemo fatto un cazzo. Fai come me Marchi’ devi sorridere di piu’, mettiti un bel sorriso di circostanza, dai la colpa a quelli di prima, spara 2 fregnacce a caso e falli divertì!!! E adesso musica!!!”.

Pura fantapolitica, o forse no, in cui traspare, comunque, una certa allergia per il vecchio panem et circenses. Il Secolo XIX, per esempio parla di “centomila persone, secondo Regione e Comune, che hanno festeggiato l’arrivo del 2020 nelle strade e nelle piazze della città della Lanterna, simbolo illuminato per l’occasione”. Il che vorrebbe dire che meno un quinto dei genovesi era in centro martedì notte. A almeno che le strade e piazze della Lanterna non vengano intese in senso talmente generico da indicare anche quelle famiglie che hanno festeggiato in casa o nei ristoranti. Ma pure sempre nelle strade genovesi. Eppero’ i calcoli che fa l’Emanuela Pericu, nipote, e non figlia, dell’ex sindaco Beppe,  in fondo potrebbero metterci al riparo. Basterebbe porsi ogni tanto qualche domanda e non accettare i comunicati stampa come oro colato. Eppero’ suona difficile e mi duole riscontrare persino un po’ di tracotanza da parte di taluni colleghi degli uffici stampa. Come quella sera del 30 dicembre in cui un manipolo di ardimentosi cronisti venne messo alla porta del palazzo della Regione Liguria mentre cercavano di intervistare l’AD di Autostrade Roberto Tomasi. E quella massa di due tonnellate di calcinacci si era appena staccata dalla volta della Galleria Bertè inA26, nei pressi di Masone.

Un po’ di nervosismo ci sta, quando gli eventi minacciano di rovinare una grande festa.  A Venezia, per esempio, sono volati pugni e ceffoni nei confronti di un ex deputato Arturo Scotto che ha avuto l’intemerata idea di protestare di fronte a una squadraccia fascista che a volto coperto in piena piazza San Marco cantava “Anna Frank l’abbiamo messa nel forno” e faceva il saluto romano.

E comunque, incidenti a parte anche qui da noi, dopo il Tricapodanno si “rosica” almeno un po’. È l’opinione di Giovanni Toti, il Governatore che tenterà proprio nel ventiventi la riconferma. Che si lascia andare ad uno sfogo, perché alla fine l’opinione unica ancora non è prevista. E comunque spiega:

“REGALIAMO UN SORRISO AI ROSICONI. Svegliarsi il 2 gennaio, leggere i primi giornali dell’anno, fare un giro sui social e trovarli pieni di “sinistri” e grillini con la bava alla bocca. Questa è la migliore prova che siamo sulla rotta giusta! Sono disturbati da una Genova che scende in piazza e si diverte, disturbati dai turisti che arrivano, disturbati dai grandi numeri del Tricapodanno, disturbati dal non poter imporre il loro cupo pessimismo, disturbati dall’allegria e dall’ottimismo. 
Sempre gli stessi, che covano in più un sordo rancore verso quei liguri che li hanno mandati a casa. Certo: preferivano una regione dove a festeggiare erano solo loro… e gli amici loro. In silenzio, di nascosto. C’è pure, nei commenti, chi si augura che sia il mio ultimo Capodanno, in senso biologico, ovviamente senza alcuna condanna sotto al post! 
Spiace deludere tutti loro: avremo ancora tanti anni così e loro continueranno a svegliarsi con un gran bisogno di Maalox per il bruciore di stomaco, non per aver festeggiato con spumante ma per quanto rosicano! Perché i cittadini li conoscono e chi li conosce…continuerà a evitare che tornino. Nonostante personaggi come la Paita oggi si lancino in interviste (in giornali che a noi ignorano o attaccano strumentalmente) dando le loro ricette per rilanciare la Liguria. Proprio lei!?! Ma davvero pensate che i liguri siano così masochisti da ridarvi in mano la nostra Regione? Coraggio, rassegnatevi e sorridete, è facile! 
Lascia anche tu nei commenti un sorriso per i tristi sinistri ????”

Già, “rosiconi” oppure no, c’è anche chi sostiene che con i soldi nostri, quelli dei contribuenti, i nostri amministratori hanno iniziato a farsi un po’ di campagna elettorale.

Ma il segreto, in fondo, sta tutto nel sorriso “Fai come me Marchì devi sorridere di più, mettiti un bel sorriso di circostanza, dai la colpa a quelli di prima, spara 2 fregnacce a caso e falli divertì!!! E adesso musica!!!”

Eggià, musica! Magari proprio con quei musicanti provenienti da Cinquefrondi e Reggio Calabria-Ortì. Sempre per il tema campagna elettorale, che poi la comunità Calabrese a Genova e in Liguria è da sempre assai numerosa. Spiega  “StrettoWeb.com” con un articolo dal titolo: “GRANDE SUCCESSO PER IL TRI-CAPODANNO DI GENOVA CON LE ORCHESTRE DI CINQUEFRONDI E REGGIO CALABRIA-ORTÌ”.

Con tanto di sommario: “Grande successo per il Tri-Capodanno di Genova: una mega festa che ha coinvolto i luoghi più suggestivi della città e che ha visto la partecipazione di artisti del calibro di Gabry Ponte e Giusy Ferreri, ma anche delle orchestre di fiati di Cinquefrondi e Reggio Calabria – Ortì”.

Sul palco il direttore generale del Comune di Genova che in occasione del suo passaggio da segretario generale a direttore generale di Tursi ebbe a dichiarare sui suoi rapporti con il sindaco Marco Bucci: “Le nostre giornate iniziano alle 7e30 di ogni mattino, io insegno al sindaco un proverbio calabrese, dopodiché si inizia a lavorare”.

Strettoweb

Evento quello del porto Antico con tanto di articolo: “Un vero successo il Tri-Capodanno di Genova, l’evento organizzato in tre serate per salutare il nuovo anno. Una mega festa che ha coinvolto i luoghi più suggestivi della città e che ha visto la partecipazione di artisti del calibro di Gabry Ponte e Giusy Ferreri, ma anche delle Orchestre di Fiati di Cinquefrondi e Reggio Calabria – Ortì, che da sole, con il loro concerto tenutosi al Porto Antico, nella Calata Falcone Borsellino, hanno registrato oltre 3 mila presenze. Spaziando da Rossini a Puccini, da Choen a Morricone, avvalendosi della splendida voce della cantante Tina Errigo, hanno coinvolto proprio tutti fino allo scoccare della mezzanotte. Un successo senza precedenti che ha raggiunto il culmine delle presenze. La serata, presentata da Max Repetto, con la partecipazione del comico Andrea Carlini, ha visto salire sul palco il Direttore generale del Comune di Genova Antonino Minicuci e il dirigente del settore Turismo

Taurianova TV – Un vero successo il Tri-capodanno di Genova

Cesare Torre, che si sono complimentati con i musicisti e i loro direttori Cettina Nicolosi e Roberto Caridi, per “l’eccellente professionalità che hanno dimostrato”, annunciando di coinvolgerli in altre manifestazioni di prossima organizzazione. Già a marzo, le orchestre che con la loro fusione contano 60 elementi, dando vita alla “Mediterranea Wind Orchestra”, parteciperanno alla Giornata della legalità di Alassio”. Già, la giornata della legalità… ma questa è tutta un’altra storia.

Paolo De Totero

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Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.