VERGOGNA A SAN SIRO, I TIFOSI MILANISTI: “AVETE IL PONTE CROLLATO”. I PARENTI DELLE VITTIME: “NON SONO NEANCHE DEGNI DI ESSERE CHIAMATI PERSONE”
Milano – “In Italia nulla riesce ad andare nel verso giusto: ponti che crollano, gallerie che cadono a pezzi, degrado delle infrastrutture e degrado culturale che ha delle enormi ricadute sulla nostra vita sociale, economica e politica”.
Inizia così la nota stampa dei parenti delle vittime di ponte Morandi, scioccati dall’uso meschino della loro tragedia sventolata banalmente sul campo di San Siro come un qualunque sfottò da tifoseria.
“Lo sport dovrebbe essere qualcosa che unisce, che fa sorridere che crea svago, squadra e che con senso civico rispetta gli avversari con cui si ha l’onore di confrontarsi perché non si tratta di guerra ma di competizione sportiva appunto, e come tifosi dobbiamo impiegare tutta l’energia, tutta la carica, tutta la nostra passione ma con classe – continua la nota -. Purtroppo la classe non è acqua e come noto, durante la partita che si è disputata a San Siro fra e Milan e Sampdoria si è verificato un grave episodio: sono stati lanciati cori contro la squadra ospite che hanno inneggiato trionfalmente alla nostra tragedia…
Penso che queste persone che hanno lanciato questi cori non siano portati a riflettere sul peso delle parole e forse hanno della segatura al posto del cervello, ma devono essere fermati e qualcuno ha il potere di farlo, si deve agire per arginare una volta per tutte questa modalità di vivere gli eventi sportivi dove alcune persone si trasformano in barbari.
Come immaginerete, per chi come noi ha perso delle persone molto importanti sotto le macerie di quel maledetto ponte Morandi sentire l’uso meschino di quella tragedia per un fine così stupido e banale è difficile da accettare.
Chiediamo alla FIGC e a tutti coloro che possono farlo, un intervento forte e determinato e chiediamo che nei nostri stadi si possa veramente vivere il calcio con tutta la forza e l’energia positiva che può far scaturire, senza utilizzare più la nostra disperazione per fini così demenziali.
Dimostriamo che siamo un paese degno della nostra storia antica, tanti dei nostri avi illustri si stanno rivoltando nella tomba e anche i nostri 43 cari.
Vorremmo poter scrivere comunicati in cui manifestiamo positività per revoche di concessioni, per condanne esemplari, per gogna mediatica di chi gestisce penosamente la “cosa” pubblica, e invece dobbiamo scrivere per deplorare gesti di alcune persone che non sono neanche degne di essere chiamate tali. Tutti i veri sportivi li devono isolare perchè sono anche la loro vergogna“, conclude la nota.
Egle Possetti
Presidente Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi
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