Ripartire da Gramsci e Matteotti per riunire le grandi famiglie della Sinistra, quella comunista e quella socialista, e ricostruirne il pensiero politico senza ripetere il solito errore dell’assemblaggio di liste elettorali fatte di residuati bellici, statici e stagnanti, messi insieme un minuto prima delle elezioni.
È questo il tema del convegno che ha portato a Genova, al Circolo Giustizia e Libertà di vico Sant’Antonio, Felice Besostri e Franco Astengo, i redattori di un documento programmatico per la ricostruzione della Sinistra intitolato “Linee di successione. Manifesto politico per un nuovo ordine economico e sociale”.
Uno sguardo al passato per fondare la Sinistra che verrà, per recuperare una visione della politica come fatto di cultura e superare la demagogia da quattro soldi degli spin doctor del marketing istituzionale.
Uno sguardo al passato per ritrovare la concretezza politica e una nuova strategia da partito d’azione.
Perché il più grande errore della Sinistra è stato proprio la sua immobilità: contestare senza proporre, evitare ogni riflessione seria sui motivi della crisi sociale che investe il Paese consegnandolo ai populismi, occupare un emiciclo parlamentare senza occuparsi dei problemi dei ceti più popolari che, infatti, oggi votano Lega e Cinquestelle.
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Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.