Tangenti per aggiustare i processi: arrestato magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro

ARRESTATO MAGISTRATO DELLA CORTE D’APPELLO DI CATANZARO PER CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI AGGRAVATA DAL 416-BIS

Crotone – Questa mattina la GdF di Crotone e lo SCICO di Roma, su richiesta della DDA di Salerno, hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare nei confronti di 8 indagati. Per sette di questi l’ordinanza ha disposto la custodia in carcere mentre uno solo risulta agli arresti domiciliari. Tra gli arrestati anche un magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro e due avvocati, uno del foro di Catanzaro e uno di Locri, finito appunto ai domiciliari.

Gli indagati, accusati di corruzione, promettevano e consegnavano al magistrato, a più riprese, somme di denaro contante, gioielli e prestazioni sessuali in cambio del suo intervento per ottenere, in processi penali, civili e cause tributarie, sentenze favorevoli.
Figura centrale del sistema corruttivo, oltre al magistrato, anche un insospettabile medico in pensione – ex dirigente dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza -, che oltre a stipendiare mensilmente il magistrato si prodigava proponendo a imputati condannati in primo grado o ai loro parenti, decisioni favorevoli in appello in cambio di denaro.

Le azioni corruttive, documentate anche con l’attività di intercettazione, hanno permesso a un ex politico calabrese eletto in Regione di ottenere il vitalizio. Quest’ultimo era stato condannato nel 2004 a sei anni di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici per 416-bis e per tali motivi era decaduto dal vitalizio.

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L’azione del magistrato era servita ad agevolare alcuni candidati nel superamento del concorso per l’abilitazione alla professione di avvocato, naturalmente sempre dietro lauto compenso.

Gli arrestati sono indagati a vario titolo per corruzione in atti giudiziari aggravata dall’articolo 416-bis.

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