Reggio Calabria – Dopo 102 udienze è attesa per oggi pomeriggio la sentenza del processo “Breakfast” che vede alla sbarra l’ex Ministro dell’Interno e attuale Sindaco di Imperia, Claudio Scajola, la moglie di Amedeo Matacena, Chiara Rizzo, e due persone dello staff: la sua segretaria, Maria Grazia Fiordelisi, e il suo braccio operativo, Martino Politi.
Per tutti le accuse sono quelle di “procurata inosservanza della pena”, cioè aver favorito la latitanza dell’ex deputato di Forza Italia, Matacena, tuttora a Dubai, dopo la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa in quanto riconosciuto referente politico della ‘ndrina Rosmini.
Le condanne richieste dal Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, vanno dai 4 anni e mezzo di reclusione per Scajola, ai sette anni e 6 mesi per i due collaboratori, fino agli 11 anni per la moglie di Matacena: Sugli ultimi tre imputati pende anche l’accusa di “interposizione fittizia di beni” con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta.
La sentenza del Tribunale di Reggio presieduto da Natina Praticò e riunito in camera di consiglio, dovrebbe arrivare intorno alle 17e30.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.