Autoparco nell’area A5, scacco a Cornigliano

Genova – Quindici anni di promesse che vengono smentite e un quartiere nella morsa di servitù vecchie e nuove.
Siamo a Cornigliano nelle aree ex-ILVA, quelle che l’Accordo di Programma del 2005 aveva restituito alla cittadinanza dopo la chiusura della lavorazione a caldo sotto il pungolo delle proteste delle “Donne di Cornigliano”.
Ecco, proprio qui, nell’area burocraticamente identificata con il codice A5, troveranno posto i TIR sfrattati da Campi per i lavori del nuovo viadotto Polcevera e del polo logistico di Amazon, che sorgerà accanto all’IKEA.

I gasometri (area A5)

“Abbiamo fatto un accordo con tutti i sindacati dei trasportatori che si trasferiranno nell’area di Villa Bombrini dove, in 32.000 mq, ci stanno circa 300 camion. Sarebbe il parco naturale per sempre degli autotrasportatori“.
C’è qualcosa che non quadra nel “per sempre”. Ma andiamo con ordine.
Intanto a parlare è Aldo Spinelli, un’autorità in tema di logistica portuale, che dopo essersi confrontato col Sindaco per ottenere quella stessa area per i contenitori precisa: “Il Sindaco ci ha bocciato la proposta perché lì i contenitori non ci possono andare. Invece l’autoparco va bene, lì ci può stare“.
Per sempre?
Stando alle parole del Sindaco, “a colazione” nel Municipio VI, la messa a disposizione degli spazi all’associazione temporanea di imprese che comprende Spininvest (Spinelli), Trasportounito Service, Cna Servizi e Fai Innovazione, sarebbe soltanto per due anni, più uno per la gara. Una cosa provvisoria nell’attesa di “ricollocare l’autoparco al posto della Centrale Termoelettrica dell’ex-ILVA per la quale stiamo negoziando adesso“.
E qui comincia la confusione.

Planimetria aree ILVA 18/07/2005

L’ex centrale rientra nel contratto firmato con Mittal e non si può toccare.
Lo sa bene Stefano Bernini – consigliere comunale PD, già Vice Sindaco ed ex Presidente di Società per Cornigliano -, che per l’area ottenne un sonoro “no” da Calenda, Bellanova e De Vicenti.
E oggi? In vista dell’udienza del 7 febbraio e della situazione esplosiva tra Mittal e i commissari straordinari ILVA, ci sono davvero speranze di ottenere l’area? “O è solo una bugia che Bucci ha detto al bar?”, si lancia ancora Bernini che, venerdì durante l’assemblea delle associazioni corniglianesi al Centro Civico di viale Narisano, non perde l’occasione per punzecchiare Matteo Campora.
“Chi vivrà vedrà”, gli risponde l’assessore ai Trasporti e Mobilità Integrata del Comune di Genova che rilancia: “Non si deve avere sempre una visione catastrofica e negativa su quelle che possono essere delle opportunità come l’area ILVA”, e poi dice che le loro visioni sono diverse e che “l’intenzione  del Comune è di mantenere quell’area lì di Società per Cornigliano” e punta sulla spiegazione emergenziale: gli spazi di Campi servono per la ricostruzione del viadotto Polcevera.

Due anni più uno stretti nella morsa dei TIR.
Non sono comunque uno scherzo per chi convive da decenni con le servitù più puzzolenti e insalubri della città e sperava di vedere la luce dopo gli anni di inquinamento causati dall’industria pesante. O almeno erano queste le promesse dell’Accordo di Programma.

Società per Cornigliano area A5 – ex gasometri

E in effetti un’attività produttiva lì non ci potrebbe stare, la giurisprudenza è solida e in aiuto dell’Accordo di Programma arrivano il Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico – approvato in Consiglio Regionale il 26/02/1990 – dove sta scritto “vietata la logistica portuale”, e poi il PUC votato a dicembre 2015 e tutt’ora in vigore.
E dunque come faranno a metterci l’autoparco?
“Quello che sta cercando di fare Società per Cornigliano”, scandisce Bernini lanciando un velato invito alle associazioni, è una porcata. Hanno detto agli autotrasportatori di fare una cosa per cui non servisse la SCIA, quindi niente strada ma semplicemente ghiaia buttata lì e schiacciata con lo schiacciasassi”.
Al netto della polvere che seppellirà Villa Bombrini appena restaurata e i bambini nel nuovo parco giochi, pare che in realtà non si possa fare nemmeno così. Continua Bernini: “Si tratta di un’area di 30.000 mq e anche se ci metto la ghiaia devo comunicarlo perché non è un lavoro agricolo. Fatta la prima SCIA, chiunque può chiedere una verifica agli ispettori dell’edilizia privata e la blocca perché il piano regolatore non permette di fare l’autoparco nemmeno temporaneamente. La violazione del Piano Urbanistico è un abuso e quindi è penalmente perseguito”.

La lettera al Sindaco

Come andrà a finire? “Chi vivrà vedrà” dice l’assessore, peccato che il quartiere sia stufo di vivere in mezzo a un ping-pong istituzionale dove l’unica cosa certa è l’incertezza.
Per questo 15 associazioni e comitati del territorio hanno inviato una lettera al Sindaco: “Ci dica chiaramente se siamo quel 5% di genovesi sacrificabili condannati a essere gli eterni scontenti”, chiedono e promettono battaglia: “Fortunatamente ci stiamo svegliando e ci stiamo unendo”, racconta il Presidente del Comitato Cornigliano per la Città, Giampiero Morstabilini, e con lui c’è Il Ruggito del Ponente: “Si chiama così la nuova associazione che stiamo costituendo per manifestare il nostro dissenso contro le servitù che accerchiano i nostri quartieri”.
Un elenco di terre di mezzo “a partire da Fegino con Iplom, per arrivare a Lungomare Canepa con la superstrada Guido Rossa. Non dico che pretendiamo dei salotti – conclude Morstabilini – ma fateci vivere un po’ meglio“.

Simona Tarzia

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.