Genova – Linea Condivisa presenta oggi un nuovo modello di governance della sanità ligure, in vista delle elezioni regionali 2020.
Si parte dalla soppressione di A.li.sa e dal passaggio da 5 ASL a 3, una rimodulazione che non produce tagli né di personale né di prestazioni, ma che riorganizza i servizi e libera risorse: oltre 50 milioni di euro, da riassegnare a nuove assunzioni, aumento nella qualità, rinnovamento delle apparecchiature.
Questa la proposta che nasce da un lungo percorso di elaborazione che Linea Condivisa ha intrapreso nei mesi scorsi, confrontandosi non solo con i rappresentanti di tutte le professioni sanitarie, ma anche con le associazioni degli utenti, “per sondare nel profondo, e dati alla mano, i guasti provocati dal sistema Toti-Viale“.
“Il centrodestra affronta la programmazione sanitaria soltanto attraverso i parametri economici, lasciando sullo sfondo, inascoltato, il bisogno di salute dei cittadini. A ciò si aggiunge un’evidente incapacità organizzativa, che è sotto gli occhi di tutti – dichiarano il capogruppo Gianni Pastorino, il consigliere Francesco Battistini e il rappresentante del direttivo di Linea Condivisa Marco Polese -. Serve un nuovo schema di governance, che generi risparmi a livello dirigenziale e liberi risorse da destinare ai servizi. Non tagli: al contrario, riorganizzazione per aumentare quantità e qualità delle prestazioni in numerosi ambiti sanitari. E serve una nuova strategia, in cui gli ospedali funzionino (bene) per le emergenze e i casi acuti, mentre tutto il resto procede su modelli decentrati e vicini al cittadino. Si può fare: curare la sanità significa investire nel pubblico e ricordarsi che prima vengono sempre le persone”.
L’iniziativa “Una Sanità da Condividere”, presentata pubblicamente questa sera nelle sale del Bi.Bi Service di Via XX Settembre con Gianni Pastorino (Linea Condivisa), Giovanni Lunardon (PD), Alice Salvatore (M5S), Igor Magni (CGIL),e Michele Assandri (ANASTE), si è sviluppata in tre momenti: “anzitutto la presentazione di un’indagine dettagliata sullo scenario attuale della sanità ligure, che dimostra con numeri e fatti – precisa Pastorino -, quanto i 5 anni di governo di centrodestra abbiano pesato negativamente su assolvimento dei LEA, crescita delle fughe di pazienti verso altre regioni, incremento delle liste d’attesa. Quindi la presentazione del nuovo modello di governance del sistema sanitario regionale: il passaggio da 5 a 3 ASL e da 19 a 8 distretti sociosanitari (ottimizzando i servizi alla persona) e la conseguente soppressione di A.Li.Sa, il tutto senza tagli di personale, ma svincolando risorse per oltre 50 milioni di euro che potrebbero essere reinvestite in nuove assunzioni, aumento nella qualità delle prestazioni, turnover delle apparecchiature diagnostiche”.
L’incontro si è concluso con il dibattito sulla proposta di governance di Linea Condivisa con i Capigruppo di opposizione in Consiglio Regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa), Giovanni Lunardon (PD) e Alice Salvatore (M5S), il Segretario Generale della Camera del Lavoro Igor Magni, il Consigliere nazionale di ANASTE Michele Assandri.
“L’80% del bilancio regionale è assorbito dalla sanità. Eppure in questa regione la sanità non funziona, perché non si sintonizza col territorio e con le reali necessità della popolazione. Continua l’ostinato ricorso agli ospedali, quando invece servirebbe una sanità di prossimità. E servirebbe una presa in carico complessiva del paziente, nella regione italiana più vecchia e in cui si registra il più alto tasso di malattie croniche – spiegano Pastorino, Battistini e Polese -. Oggi il sistema sanitario soffre di carenze di personale, da un lato, e dall’altro sperpera risorse in un’infrastruttura dirigenziale mastodontica, sovradimensionata. Tradotto: aumento della spesa pubblica ma nessun miglioramento dei servizi, liste d’attesa infinite, fughe di pazienti verso altre regioni, spinta verso il privato che continua a crescere a scapito del servizio pubblico. Lo abbiamo dimostrato con le nostre analisi: vogliamo smontare una narrazione, quella di Toti, Viale e Locatelli, fatta di bugie e fallimenti. I successi? Del tutto fasulli“.
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