Genova – Riparte da un’assemblea pubblica, ieri al Centro Civico Buranello di Sampierdarena, il dialogo tra Autostrade e il Campasso sull’elicoidale, dopo che residenti e comitati avevano più volte chiesto un incontro che li rassicurasse sullo stato dell’opera.
Un’occasione per affidare al microfono tutti i timori di chi vive e lavora a ridosso di un manufatto che ha la stessa età del Morandi: “Noi ci viviamo sotto e abbiamo paura”, dicono. Poi sui vari casi di bulloni precipitati negli anni, è il proprietario della fabbrica dolciaria che sta lì sotto a mettere in chiaro che “sono già dieci anni che l’elicoidale perde pezzi, che cadono bulloni. Prima c’era una tettoia di protezione e l’avete demolita. Voi siete contro la sicurezza”.
Un incontro piuttosto caldo, dove i tecnici di ASPI non si sottraggono alle critiche e rispondono alle contestazioni che è giusto avere queste perplessità dopo quanto è successo: “Noi non vogliamo più avere problemi con le opere e per questo le stiamo adeguando”, precisa il Responsabile per le Nuove Opere, Alberto Selleri.
Un riferimento al crollo del Morandi che riaccende il pubblico: “È normale che da parte delle persone ci sia una certa diffidenza verso la società che è responsabile della disgrazia. Occorre un cambiamento” ribattono, e su questo è ancora Selleri a puntualizzare: “Non ci vogliamo nascondere. Dal punto di vista della sicurezza dei lavori abbiamo iniziato male ma abbiamo sostituito l’impresa – l’allusione è alla ditta che lavorava sul viadotto Bisagno, sollevata dall’incarico dopo un incidente nel dicembre scorso, quando una lama diamantata era caduta di sotto -. Abbiamo avuto delle défaillance ma vogliamo farvi vedere che lavoriamo bene e infatti i lavori sull’elicoidale li eseguirà Pavimental“.
Questo non raffredda gli animi. Stavolta a prendere la parola è Giusy Moretti, la paladina degli sfollati di via Porro, che ricorda come fosse proprio Pavimental a lavorare sul Morandi: “Io spero che siano cambiate le maestranze. A noi avevano assicurato che il Morandi stava bene, che stavano facendo dei lavori per la nostra sicurezza. Anche da noi è sempre venuta giù roba. Non vorrei che adesso toccasse a loro. Cercate di controllare, perché non possiamo permetterci più 43 morti“.
Risponde sempre Selleri che “le imprese che lavorano oggi sul mercato non hanno attrezzature adeguate né uomini preparati, e piantano i lavori a metà”, un problema confermato anche dal Direttore del Primo Tronco, Mirko Nanni, e che ribadisce lo scenario italiano già preoccupante dei subappalti, crocevia di una pluralità di interessi non sempre limpidi.
“Sono a conoscenza di ogni bullone caduto sul Campasso e ogni volta ho estromesso le aziende che hanno lavorato con leggerezza“, continua il direttore di tronco che poi si dice “consapevole che abbiamo tre responsabilità: garantire la sicurezza, garantire la mobilità, ma soprattutto riacquistare la vostra fiducia, che è il compito più difficile. Per questo siamo disponibili ad attivare un osservatorio con il municipio e i comitati dei cittadini”.
“Quello che posso fare come progettista, in una realtà così segnata, è dare il massimo”, rilancia Giacomo Morano, docente di Teoria e Progetto di Ponti all’Università di Firenze, incaricato del progetto dell’elicoidale. Ieri in assemblea era lui ad avere il compito di chiarire al pubblico gli interventi di manutenzione “sulle pile, sui cassoni e sugli impalcati. Saranno sia conservativi che migliorativi. Da questo punto di vista, ad esempio, è prevista la sostituzione degli appoggi delle selle Gerber e l’incamiciatura delle pile 19, 26, 27, 29 e 30. Questo per adeguare l’opera ai carichi attuali. Quando l’intervento sarà compiuto l’opera sarà moderna e del tutto paragonabile a un’opera nuova”.
I lavori dureranno fino a maggio, poi l’elicoidale sarà pronta al collaudo e al raccordo con il nuovo Viadotto Polcevera. Collaudo, tengono a precisare i tecnici di ASPI che “sarà eseguito secondo la legge da un soggetto terzo“.
st
Sui problemi degli appalti potrebbe interessarti anche:
Clan di camorra infiltrati nel cantiere del Morandi: non sono nomi nuovi in Liguria
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.