Genova – Non c’è pace per via Militare di Borzoli. Dopo l’ultimo incidente di questi giorni, quando un autoarticolato diretto alla discarica di Scarpino ha abbattuto un cartello stradale, accartocciato la cassetta della posta di una villetta e sfregiato per l’ennesima volta il suo muro di cinta, la pazienza dei residenti è davvero finita.
Esasperati dall’assedio dei camion, insieme al Comitato Spontaneo Cittadini Borzoli Fegino le hanno provate tutte e sembrava davvero che le cose avessero subito un’accelerata dopo la nostra intervista di novembre 2019 e la successiva interrogazione a risposta scritta del consigliere comunale Valeriano Vacalebre.
Il riscontro degli uffici è stato immediato: sono seguiti incontri e sopralluoghi con i tecnici del Comune, con il Presidente del Municipio VI Mario Bianchi, l’Assessore alla Mobilità e Ambiente Matteo Campora, e l’assessore al Territorio del Municipio Massimo Romeo.
E le soluzioni?
Per ampliare la strada nel suo punto più critico, la curva a gomito che qui chiamano “la blindata”, è stata lanciata la tesi dell’esproprio. Di un’area interna alla curva, prima. Poi di due terreni esterni. Poi di tutta la zona di accesso alla villetta delle nostre fotografie, quella più incidentata, in modo da spostare l’ingresso 500 metri sotto strada e lasciare spazio all’asfalto.
Accomodamenti non facili, così come non sarà facile risolvere la grana dell’illuminazione stradale che qui scarseggia: l’ultimo punto luce di proprietà di A.S.Ter è 850 metri sotto “la blindata” e dunque alla municipalizzata costerebbe troppo fare l’impianto. Il Municipio si è rivolto a ENEL per ottenere un allaccio ma la procedura è lunga e non si tratta di concessioni che la multinazionale dell’energia rilascia con facilità.
E quindi? E quindi al momento la questione è irrisolta e ai residenti di via Militare toccherà attendere ancora, bloccati da questi bisonti della strada, prigionieri che non possono uscire liberamente da casa perché spesso i TIR bloccano gli accessi, impauriti perché il via vai continua anche di notte, al buio.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.