Coronavirus, niente prevenzione in Sala Rossa: la minoranza di Tursi scrive al Prefetto

Genova – Controllo della temperatura e disinfezione delle mani con un gel sono i nuovi protocolli per l’accesso al Senato messi in atto dal 25 febbraio scorso per scongiurare la diffusione del Coronavirus.
Si tratta di azioni di prevenzione che fanno il paio con le dichiarazioni di Palazzo Tursi che, sempre il 25 febbraio, ha emesso una nota stampa che illustrava il “piano di azioni a tutela dei circa 5.000 dipendenti comunali”: a disposizione di chi lavora agli sportelli, a stretto contatto con l’utenza, il Comune di Genova ha fornito dispenser di disinfettanti, mascherine e guanti.

Ed è proprio partendo dall’annuncio di queste misure, nonché dalla “sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche di qualsiasi natura” previste dall’ordinanza di Regione Liguria del 23 febbraio, che i consiglieri comunali di minoranza hanno chiesto al Presidente del Consiglio, Alessio Piana, e al Sindaco Bucci, di mettere in atto alcune misure di sanificazione della Sala Rossa prima che incominciasse la discussione fiume sul bilancio, che avrebbe inchiodato alle poltrone, in un luogo chiuso e senza finestre e tutto imbottito di moquette, un centinaio di persone tra consiglieri, giornalisti e dipendenti comunali.

Una richiesta ragionevole viste anche le iniziative che lo stesso Comune ha stabilito per gli uffici del Matitone, dove sono state messe in atto azioni sanitarie di mitigazione del rischio per i dipendenti che hanno riguardato anche la sanificazione dell’aria. E visto che un paio di consiglieri della maggioranza si sono presentati  a Tursi con la mascherina.

E invece niente.
“Il Presidente del Consiglio ha ritenuto opportuno non perseguire le procedure richieste e proseguire la discussione”
,
evidenziano i gruppi di minoranza che hanno deciso così di inviare una lettera di denuncia al Prefetto anche per tutelare i dipendenti pubblici che, a differenza di consiglieri e giornalisti, non possono abbandonare l’aula.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.