Brescia – La Corte d’Appello di Brescia ha assolto ieri tutti gli attivisti che il 28 aprile 2012 riuscirono a liberare 61 dei 2.700 beagle cresciuti nell’allevamento Green Hill, dando il via alla più grande liberazione di animali destinati alla vivisezione mai vista.
“Accogliamo con viva soddisfazione la sentenza di assoluzione della Corte d’Appello di Brescia che mette la parola fine alle accuse contro chi portò in salvo i primi beagle dall’allevamento lager, successivamente chiuso per maltrattamento e uccisione di animali”.
Commenta così Antonino Morabito, responsabile fauna, benessere animale e Cites di Legambiente.
Legambiente ha giocato un ruolo molto importante nella vicenda della chiusura dell’allevamento di Montichiari, in provincia di Brescia, dove i cani erano detenuti a fini di sperimentazione. Grazie al lavoro prezioso dei propri legali, l’associazione ha fatto emergere le condizioni di illegalità commesse a danno degli animali nell’allevamento e offerto una chiara linea di difesa alle persone che hanno agito per fermare gli illeciti e non, come venne contestato, per effettuare un furto.
“La sentenza di oggi – aggiunge Morabito – restituisce serenità agli undici giovani che, coraggiosamente, esponendosi in prima persona, otto anni fa hanno portato alla luce quanto avveniva nei capannoni interrati dietro il filo spinato dei recinti dell’allevamento lager di Montichiari”.
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