Alternanza scuola-lavoro, prove Invalsi, maturità. Cosa cambia col Coronavirus?

8milioni e mezzo di studenti in vacanza forzata per il Coronavirus, quali saranno le conseguenze sull’anno scolastico? Si raggiungeranno le 200 ore previste? E per l’esame di maturità?
Sono alcune delle domande che genitori e alunni delle scuole italiane si stanno facendo in questi giorni concitati di emergenza, mentre il Ministero dell’istruzione si attrezza per tenere in piedi l’anno scolastico 2019-2020 e salvare il salvabile.

Davanti alla ministra Lucia Azzolina, infatti, si aprono tre scenari: il rientro per il 16 marzo come stabilito dal DPCM del 4 marzo. E sarebbero rose e fiori.
Oppure si torna a scuola il 6 aprile, e tra l’altro l’ultimo decreto firmato tre giorni fa offre la possibilità di arrivare alla chiusura fino a venerdì 3 aprile senza bisogno di nuove carte.
O peggio: davanti all’ipotesi che l’OMS dichiari lo stato di pandemia, il rientro in classe potrebbe  avvenire per il 4 maggio. Peccato che le prove Invalsi per la maturità dovrebbero svolgersi entro il 31 marzo.
Dunque che si fa?

Cominciamo dalla validità dell’anno scolastico: in base alla nota protocollare emessa il 6 marzo dal Ministero, una proroga della chiusura non metterà a rischio la validità dell’anno scolastico.
Per recuperare i giorni persi si sta pensando all’apprendimento a distanza. Per gli studenti o i docenti che non avessero un pc a casa, il Ministero ha pubblicato una call rivolta ai produttori di hardware che vogliano mettere a disposizione, a titolo completamente gratuito, i dispositivi che poi rimarranno nella disponibilità della scuola.

In stand-by l’alternanza scuola-lavoro, che la nota dichiara sospesa per tutto il periodo di chiusura. Si tratta di ore obbligatorie per l’ammissione all’esame e dunque il Governo sembra già pronto, in caso di stop prolungato, a cancellare l’obbligatorietà con un decreto.

Quanto allo svolgimento delle prove destinate agli studenti dell’ultimo anno e anch’esse necessarie per l’ammissione all’esame, Invalsi ha già comunicato la disponibilità a riprogrammare le date. C’è anche la possibilità che nello scenario peggiore siano annullate. Se si dovesse rientrare a scuola il 4 maggio, in effetti, ai ragazzi resterebbero solo sei settimane per prepararsi all’esame di stato, che si aprirà il 17 giugno con la prova di italiano.

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LEGGI QUI LA NOTA PROTOCOLLARE DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.