MESSINA, FRODE ALL’AZIENDA SANITARIA: UN SISTEMA DI FALSE PRESCRIZIONI MEDICHE CHE HA PORTATO A UNA FARMACIA, BASE LOGISTICA DELL’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, COMPENSI SUPERIORI AL MILIONE DI EURO NETTI ALL’ANNO
Messina – Al termine delle indagini, che hanno riguardato complessivamente dodici indagati le cui condotte sono state rimesse alla valutazione del Giudice, quest’ultimo ha disposto la misura degli arresti domiciliari nei confronti di un farmacista, R.S. cl. ’76 di Messina, e di un medico di base, L.C. cl ’55 di Messina, convenzionati con l’ASP di Messina, entrambi sospesi dalla professione medica per la durata di un anno insieme ad altri 5 medici di base compiacenti, nonché il sequestro preventivo di beni mobili o immobili o somme di denaro, per un importo di circa 50.000 euro nei confronti di 7 degli indagati, coinvolti nella truffa.
Gli illeciti contestati a vario titolo vanno dall’associazione per delinquere alla truffa aggravata, al falso ideologico, all’esercizio abusivo della professione medica, alla somministrazione di morfina senza la prevista prescrizione medica.
LE INDAGINI
L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina è nata a seguito di una denuncia, presentata proprio dall’ASP di Messina, per segnalare presunte irregolarità nell’emissione di prescrizioni mediche (cosiddette ricette “rosse”), nei confronti di diversi soggetti fruitori di esenzioni ticket per motivi reddituali, concernenti l’acquisto di costosi farmaci a sua volta portate a rimborso. Dalle investigazioni è emerso che le prescrizioni mediche “anomale” venivano utilizzate principalmente per acquisti effettuati quasi esclusivamente presso un’unica Farmacia territoriale dell’ASP di Messina, con sede nella zona sud della città dello Stretto, e hanno evidenziato l’esistenza di una collaudata associazione a delinquere, composta dal titolare della farmacia, da due dipendenti della stessa, dalla madre del farmacista e da un medico di base dell’ASP di Messina, finalizzata alla commissione di truffe per il conseguimento di indebite erogazioni pubbliche, al momento quantificate in circa 140.000 euro.
LA BASE LOGISTICA
Tale associazione aveva quale base logistica la sede della farmacia messinese che, in breve tempo, ha visto aumentare in maniera esponenziale i propri complessivi flussi di vendita (prescrizioni mediche “rosse” più quelle “bianche”) che, nell’anno 2015, ammontavano ad € 827.071,05, per passare poi, negli anni successivi, ad euro 1.360.369,35 nel 2016 e ad a euro 1.501.317,85 nel 2017. Tali volumi d’affari, tra l’altro, sarebbero in controtendenza con i minorI flussi di vendita di tutte le altre farmacie territoriali presenti sul territorio messinese, tanto da porla tra le prime farmacie territoriali dell’ASP di Messina per fatturato da vendita di farmaci.
IL SISTEMA DI FRODE
Il sistema di frode scoperto dalle Fiamme Gialle si presenta semplice ma funzionale, tanto da far passare in secondo piano l’interesse per l’ordinaria attività di farmacia, ovvero la vendita reale di farmaci ai consumatori, che si pone, per questo esercizio, quasi come una mera attività di facciata. Il titolare, infatti, con l’aiuto dei sodali, tra cui la madre e alcuni collaboratori della farmacia, avrebbe gestito e alimentato il collaudato meccanismo illecito. Una vera e propria catena di produzione di false prescrizioni mediche, mediante il continuo approvvigionamento di ricette “rosse”, sulle quali apporre le fustelle, provenienti da farmaci scaduti o venduti a clienti fidelizzati e privi di esenzione ticket, ai quali veniva, di sovente, applicata una particolare scontistica.
Successivamente, si passava alla meticolosa preparazione di una contabilità amministrativa apparentemente regolare, finalizzata alla riscossione dei rimborsi chiesti mensilmente e successivamente liquidati dall’Azienda Sanitaria Provinciale.
Così come è emerso dalle indagini, le prescrizioni sulle ricette rosse hanno riguardato, prevalentemente, farmaci costosi, fino a 587,02 euro a prescrizione, trattandosi di farmaci normalmente prescritti in caso di trapianto di organi, dolore severo, trattamento post chemioterapico, carcinoma del polmone ed altre patologie importanti. Di fatto, tali farmaci, mediante false prescrizioni mediche, sulle quali sono risultati apposti timbri e firme riconducibili ai sei medici di medicina generale convenzionati con l’ASP di Messina, venivano prescritti prevalentemente ad assistiti “deceduti” e/o “inesistenti”.
I fatti illeciti, perpetrati a danno dell’ASP di Messina, hanno prodotto un grave danno economico nei confronti della citata Azienda Sanitaria: dall’anno 2016 in poi, l’A.S.P. di Messina ha corrisposto alla Farmacia compensi superiori al milione di euro netti all’anno ed esattamente: per l’anno 2016, €. 1.124.544,77; per l’anno 2017, €. 1.266.405,61 e per l’anno 2018, €. 1.285.801,89.
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