Pescara – 49 euro per una mascherina. Sono questi i prezzi che una parafarmacia di Pescara, in zona stadio, praticava ai clienti approfittando dello stato di bisogno e dei timori per il contagio da Coronavirus. Prezzi da capogiro, superiori di gran lunga al 500% del prezzo di mercato.
Già dalla serata del 10, gli inquirenti avevano concentrato le attenzioni investigative sulla parafarmacia ma purtroppo, fa sapere la Guardia di Finanza, non è stato possibile l’accertamento in flagranza a causa delle notizie di stampa che hanno reso la circostanza di dominio pubblico, notizie diffuse ancor prima che fosse portato a conclusione l’attività operativa.
All’atto dell’intervento, la titolare dell’esercizio commerciale non è riuscita a dimostrare l’origine e la provenienza della merce (verosimilmente acquistata on line dalla Cina) ed è stata denunciata per i reati di “manovre speculative su merci” e “ricettazione” (che prevedono, nel complesso, la reclusione fino ad 8 anni e multe fino a 25.000 euro).
I presidi medico-chirurgici sono stati sottoposti sequestro.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.