Spesa a casa dal 16 marzo: ecco come funzionerà il servizio del Comune di Genova per chi non può uscire

Genova – Partirà da lunedì 16 marzo il servizio di consegna della spesa a domicilio per chi non può uscire di casa.
Coinvolte, sotto il cappello del Comune di Genova e della Protezione Civile, tutte le associazioni già attive sul territorio e gli scout. Il servizio, che vede anche la collaborazione dei 9 municipi genovesi, sarà “effettuato da persone affidabili”, precisa il Consigliere comunale delegato alla Protezione Civile Sergio Gambino, che “avranno un tesserino di riconoscimento del Comune, vidimato dalla Protezione Civile e, in alcuni casi, indosseranno anche la divisa”.

Per avere la spesa a casa è sufficiente prenotarsi al numero 010-5574262, dalle 9 alle 17, e spiegare le proprie esigenze: il servizio, infatti, è riservato agli anziani, ai disabili, agli immunodepressi, a chi ha problemi di salute e ai loro familiari. Dopo la prima telefonata ci sarà l’appuntamento con il volontario che ritirerà la lista della spesa e i soldi, rispettando tutti i protocolli di sicurezza, e che tornerà con la spesa e il resto. Il volontario non entrerà in casa. Il Comune raccomanda di non fare una spesa giornaliera per non intasare il servizio, ma pensare all’occorrente per più giorni.

I volontari saranno formati e seguiranno un corso della Protezione Civile sulle regole e i protocolli di sicurezza e salute. Fino ad oggi, tra associazionismo e singoli, si sono offerti per il servizio almeno 300 volontari.
Ognuno dovrà un’autocertificazione di buona salute.

Il Comune ha attivato anche un numero verde per ascoltare chi si sente solo o angosciato. In questi giorni difficili potete trovare un sostegno e un aiuto immediato chiamando l’800 098725.
Il numero verde – tiene a precisare il Comune -, non è, non sostituisce, né integra, i numeri per l’emergenza sanitaria e non si configura come un numero per informazioni in merito all’emergenza in atto” 

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.