Genova – È stata emessa ieri la nota di A.Li.Sa. che riporta le indicazioni cui devono attenersi i laboratori di analisi privati che offrono il test sierologico per diagnosticare l’infezione da Covid-19. Una prestazione offerta alla popolazione con prelievo domiciliare del sangue, al costo di 100 euro.
Ci eravamo chiesti se non fosse una violazione alle restrizioni degli spostamenti il fatto che gli operatori di questi laboratori se ne andassero in giro per le case di potenziali positivi. La risposta è arrivata da questo regolamento dell’Azienda Ligure Sanitaria che stabilisce i criteri di protezione necessari per effettuare i prelievi, sia in termini di DPI che di distanze di sicurezza, e dunque ne autorizza di fatto l’esercizio.
La nota precisa anche che dovrà essere il privato a provvedere ai dispostivi di protezione individuali, ma non sarà facile per la ASL monitorare questi soggetti che peraltro non sono dipendenti pubblici.
Non è l’unico dubbio: si tratta di un’attività strategica? Ma per chi? E se la motivazione è la raccolta dei dati epidemiologici, perché la popolazione dovrebbe pagare per fare il test?
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