Questo è il comunicato che abbiamo ricevuto, e volentieri pubblichiamo, dal Comando Vigili del Fuoco di Genova. La sintesi è che i Vigili del Fuoco sono dotati di attrezzature per affrontare il rischio NBCR e che hanno da sempre i dispositivi necessari per compiere il loro dovere. Per quanto riguarda i tamponi, il Comandante Fabrizio Piccinini dichiara che il Corpo si attiene a quelle che sono le disposizioni dell’autorità sanitaria nazionale e regionale, senza però, entrare nel merito delle disposizioni stesse e senza darne un giudizio. Diciamo, che vengono eseguiti gli ordini senza fiatare.
Ma il Comandante Piccinini sottolinea anche che “Siamo impegnati al massimo delle nostre possibilità fornendo costante informazione al personale per favorire comportamenti sul rispetto di precauzioni validate dall’OMS e dall’ISS. In merito all’effettuazione dei tamponi, ci atteniamo, ovviamente, a quelle che sono le disposizioni dell’autorità sanitaria nazionale e regionale”.
E’ un momento difficile per ogni cittadino italiano. Lo è anche per noi che continuiamo a garantire la sicurezza per gli altri, proteggendo anche noi stessi, precauzione che ci rende la serenità di non essere fonte di rischio, specie quando torniamo a casa dalle nostre famiglie”conclude Piccinini. “Su questo l’impegno è massimo”. Ad oggi risultano sei Vigili del Fuoco genovesi in autoisolamento fiduciario, ma non vi è alcun caso accertato come positivo al coronavirus”.
Ma…il Sindacato USB, in una nota stampa che ha per titolo “Chair à canon”, Carne da cannone, sostiene che a Genova i Vigili del Fuoco il tampone se lo pagano, nonostante compiano attività strategiche per il paese e siano, inutile dirlo, sempre vicini alla popolazione. Il comunicato di USB prosegue citando il caso di un Vigile del Fuoco ” al quale abbiamo deciso, come organizzazione sindacale USB, di pagare presso una struttura privata l’esame del sangue per il controllo degli anticorpi dove è risultato positivo al Virus.
Un calvario durato più di quindici giorni con la febbre a 38 che non è bastato a far attivare le procedure per il tampone; a niente è valsa la comunicazione del lavoratore al Comando dei Vigili del Fuoco di Genova nella quale dichiarava la quarantena della famiglia imposta dal medico curante. Un silenzio assordante del Comando VVF Genova e della ASL Genovese che non ha effettuato nessun tampone con il rischio di un aumento inevitabile dei contagi tra i lavoratori che aveva frequentato durante i turni di servizio di soccorso”.
La nota di USB termina con il riferimento diretto al comunicato del Comando sottolineando che “Oggi il Lavoratore ha la figlia ammalata e sta ancora combattendo il Virus e i suoi colleghi in caserma sono ignari del pericolo che l’amministrazione volontariamente ha messo in atto. Cari Cittadini da sempre apprezziamo la vostra gratitudine quotidiana ma troviamo al nostro interno una scarsa sensibilità che fa sentire i vigili del fuoco al tempo del Covid come “carne per il cannone”
Noi abbiamo massima stima del Comandante Piccinini e siamo orgogliosi del lavoro svolto dai Vigili del Fuoco, ma non riusciamo a capire se c’è un operatore positivo o no, e in caso negativo attendiamo una rettifica da parte di USB, oppure ci chiediamo, nel caso il lavoratore fosse positivo, coma mai il Comandante non è al corrente dello stato di salute dei suoi uomini. Ci chiediamo anche per quale anomalia un Vigile del Fuoco debba fare il tampone a pagamento, e nel caso questa “anomalia” fosse l’unico modo per poter sapere se si è positivi o no, come mai il Comando non abbia chiesto forte e chiaro che i Vigili del Fuoco potessero farlo gratuitamente e subito.
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